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di Giuseppina Sapone
Splendida cornice, l’Arena di Pentedattilo, quella scelta per dare il via alla quattordicesima edizione del festival Paleariza, manifestazione etnica dell’area grecanica di Reggio Calabria. Dall’alto del borgo nuovo di Pentidattilo l’Arena dà le spalle ad un panorama mozzafiato: il mare dello Stretto che bagna la costa catanese, con le sue luci e addirittura i giochi di colori di alcuni fuochi pirotecnici visibili fin dalla piazza del borgo medievale. Mancava solo la colata dell’Etna a rendere ancora più magico lo scenario. Alle spalle la Sicilia, di fronte la ben nota rocca, un tempo dimora degli Alberti, illuminata nei suoi punti strategici e svettante sopra le valli che digradano verso il mare.
Nell’antico borgo, rimesso a nuovo e sempre suggestivo, silenziose si aprono alcune botteghe artigiane, che accolgono piccoli e grandi lavori in vetro, ferro oppure ceramica, creata da gente del luogo oppure straniera. Vi si trova il residente che rispolvera la licenza commerciale del nonno per impiantare un baretto e vi si trova lo straniero che lascia la capitale francese e viene a vivere in questo angolo medievale di Calabria. Se provi a parlare con loro, ti dicono che soldi non se ne vedono, non ancora, che sovvenzioni non ne hanno, ma loro ci sono e ci credono comunque in un progetto che vuole essere allo stesso tempo lancio e rilancio dell’intera area grecanica. Pochi passi più in là, nel cuore dell’agglomerato rurale, una delle ultime botteghe artigiane espone gli strumenti che servivano ai contadini d’un tempo, ed oggi servono a ricordare chi fummo. Il gestore ti dice, se ti fermi un attimo a parlare con lui, che purtroppo di giovani desiderosi d’imparare le tecniche artigianali antiche non ce n’è, mentre il territorio ne avrebbe un gran bisogno, vista anche la grande depressione occupazionale documentata, se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno, anche dalle statistiche nazionali. Alle pareti, grandi fotografie dei paesi che mantengono viva la lingua dei conquistatori greci, e gli usi e costumi che impiantarono fra le genti di queste valli.
Intanto, sul palco dell’Arena, si esibisce Tullio de Piscopo, noto batterista e cantante partenopeo, che fa risuonare l’aria dei tocchi potenti dei suoi strumenti a percussione. L’Arena è affollata, c’è gente di ogni età che si dimena al ritmo dei tamburi, ed inaugura così il primo degli appuntamenti del festival Paleariza, che continuerà nei prossimi giorni nei paesi della costa grecanica e proporrà artisti di fama locale, nazionale ed internazionale. Molti dei nomi presenti sulla lista sono autorevoli voci nel campo della musica popolare calabrese: Francesco Loccisano, i Lirabattente, gli Scialaruga, l’Orchestra Popolare Calabrese, i Koralira, ed infine i maestri Eugenio Bennato , Angelo Branduardi e alla conclusione, Roy Paci e Aretuska, tutti insieme per costruire il dialogo interculturale voluto dagli organizzatori del festival.
Il festival Paleariza organizzerà anche dei percorsi di trekking e scoperta del territorio, con guida, nei paesi dell’area grecanica.
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