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Dall’esame della documentazione acquisita dall’Ente Provincia – e soprattutto alla luce della normativa vigente in materia di edilizia scolastica – verrebbe a galla un secondo dato significativo oltre quello dell’INSABBIAMENTO FORZATO” del verbale della Conferenza dei Sindaci del 03.10.2007, ossia: non corrisponderebbe al vero che i terreni oggetto di pertinenza dell’IT Agrario “Ferraris” appartenevano alla proprietà dell’Ente Provincia di Reggio Calabria, per come invece sostenuto dallo stesso Ente.
Ciò emergerebbe con chiarezza poiché i terreni de quo di proprietà del “Patronato Regina Elena” sono immobili dello Stato (e non di altri) e sono stati usati solo come Sede di Istituzione scolastica, quindi nel caso in questione, secondo la normativa vigente, durante tutti questi anni sono stati trasferiti alla Provincia solo in USO GRATUITO , mentre per essere trasferiti in proprietà, e sempre si badi bene CON VINCOLO DI DESTINAZIONE AD USO SCOLASTICO, la legge esigeva l’ accordo/convenzione fra le parti che non c’è mai stato ( L. 23/96) . Pertanto la “Provincia”, non poteva disporne come se ne fosse l’Ente proprietario né a titolo gratuito né tantomeno a titolo oneroso. In sintesi “ il bene non si poteva intendere nella piena disponibilità e proprietà dell’Ente Provincia”.
E’ di primaria importanza evidenziare che tali presunte gravi irregolarità si sono poi trasfuse nell’atto notarile del 29 Novembre 2011 ed avente ad oggetto la CESSIONE A TITOLO ONEROSO da parte della Provincia di Reggio Calabria ed a favore della Regione Calabria dei terreni sede dell’Istituto Tecnico Agrario Ferraris di Palmi.
Certo, non essendoci apparenti motivazioni logiche tali anomalie, fanno riflettere oltre a porre dubbi inquietanti sul perché si debba andare a spendere la somma di € 229.500,00 per comprare un bene da chi sembrerebbe non avere titolo per venderlo (a spese dei contribuenti); somma che ha ben poco di simbolico – come affermato da qualcuno – ma ha un prezzo alto ed inutile, che verrà sottratto dalla costruzione dell’ospedale , considerando che la Regione i terreni li possiede già al centro della Piana (e stavolta con veri titoli di proprietà) e potrebbe disporne senza spendere un centesimo, basti pensare ad esempio ai 17 ettari di terreno di proprietà della Regione Calabria lungo la provinciale Gioia Tauro/Rizziconi nel territorio di quest’ultima cittadina che potrebbero essere messi a disposizione per l’Ospedale Unico senza costo per la collettività. In questo caso lo stesso Comune di Gioia Tauro ha già offerto pubblicamente alla Regione terreni confiscati alla ndrangheta a compensazione di quelli utilizzati per la costruzione dell’Ospedale della Piana.
Così come inquieta e fa riflettere, la difficoltà che il comitato Pro Ospedale Unico sta riscontrando nel reperire tutta la documentazione richiesta ai diversi uffici, che nonostante siano stati parte attiva, ognuno per le proprie competenze, nella procedura di cessione dei terreni, di fatto stranamente posseggono solo parzialmente gli atti.
La democrazia e la legalità vengono prima di tutto e devono essere rispettate. Di tutto quello che sosteniamo abbiamo ampia documentazione e intendiamo portare avanti questa battagli di civiltà che mira a far valere i diritti dei cittadini di tutta la Piana, ossia di 173.000 abitanti, e che finirà solo con la realizzazione di un grande “Policlinico riuniti della Piana” e non con mezzi Ospedalucci ancora da nascere e già superati, che servirebbero solo a mantenere in vita gli orticelli in malora e i casi di malasanità.
E’ bene ricordare che l’Ospedale da realizzare con i soldi di tutti è “l’Ospedale unico della Piana” e che l’unica volontà espressa dal territorio della Piana di Gioia Tauro, è quello della Conferenza dei Sindaci,che superando ogni divisione ha individuato in Cannavà il luogo della costruzione della struttura ospedaliera. La difesa di tale documento è la difesa della volontà del Popolo della Piana , tutto il resto è prevaricazione al servizio del campanile o di interessi di cui non si capiscono le logiche.
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