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Di Domenica Bumbaca
La buona sanità che si vede e che guarisce. In questa piccola parte di terra, martellata da continui casi di malasanità, tra le corsie dell’ospedale di via Verga, si può anche sperare. Dati alla mano dicono che in 40 anni di attività del centro microcitemico del presidio ospedaliero di Locri ben 51 bambini talassemici calabresi sono stati curati.
Un traguardo raggiunto con il lavoro certosino, la ricerca, la dedizione e la professionalità dell’equipe locrese guidata dal dottor Roberto Trunfio, direttore SOC di Neonatologia/Prevenzione malattie congenite ASP 5 Reggio Calabria, presidio ospedaliero di Locri, una zona ad elevata incidenza di talassemia. «Curare la talassemia oggi si può- conferma Trunfio-. La malattia non è uno scoglio insuperabile».
Al centro locrese è stato sempre perseguito l’obiettivo di curare i propri pazienti, rendendoli consapevoli delle cure somministrate, ma in particolar modo il lavoro e gli studi svolti dai medici sono stati mirati alla prevenzione. «Infatti – spiega lo specialista locrese- siamo giunti all’azzeramento della malattia nella Locride, riducendo drasticamente le nascite dei soggetti talassemici, grazie alla diagnosi prenatale ed una accurata prevenzione, accompagnati da una attenta sensibilizzazione e corretta informazione».
Proprio per porre un freno a questa situazione il centro ha puntato, negli anni, ad effettuare la diagnosi prenatale nelle coppie a rischio, giungendo ad ottimizzare la migliore qualità di vita dei talassemici, cosicché questo traguardo ha indotto le coppie a non interrompere la gravidanza dopo diagnosi prenatale. Tra le storie da segnalare c’è quella di due bambini, i pazienti più giovani del centro jonico. Hanno 3 e 9 anni e sono stati fortemente voluti dai loro genitori nonostante la diagnosi. Il centro microcitemico di Locri, garantisce l’assistenza completa di tutti i malati sia sotto il profilo emotrasfusionale che sotto quello pediatrico ed internistico.
«Oggi – fa sapere il direttore del reparto do di Locri – assistiamo 51 pazienti, di cui 41 trasfusione dipendenti, 3 con talassemia intermedia non trasfusione dipendente e 7 trapiantati di midollo con successo. Nei primi 15 anni di attività sono ricorsi alle cure del centro ben 25 neonati talassemici. Oggi i pazienti del centro hanno un rapporto ottimale con la malattia. Alcuni nostri pazienti sono sposati con figli, e altre tre talassemiche si sono sposate e si accingono a diventare mamme. Alcuni sono laureati e altri stanno per laurearsi, altri ancora sono inseriti nel mondo del lavoro. Alcuni – aggiunge con orgoglio- li seguiamo ancora nonostante abbiano già 60 anni».
Così conclude il primario Trunfio, augurandosi che il Centro divenga sempre più all’avanguardia da permettere ai pazienti di godere sempre di ottimi servizi. Ad intervenire ed elogiare questo traguardo importante per la sanità calabrese è il pediatria Italo Farnetani, nonché anche collaboratore della rivista nazionale “OK Salute”: «La talassemia – si legge in una sua dichiarazione – è l’unica malattia ereditaria autosomica recessiva della Locride la cui storia naturale è stata in 40 anni profondamente cambiata».
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