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Il 02 dicembre 2012, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della compagnia di Palmi, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal g.i.p. del Tribunale di Palmi, dott. Fulvio Accurso, hanno tratto in arresto: Rigoli Antonio Natale, classe 1970, Rigoli Raffaele, classe 1985, Rigoli Francesco Giovanni, classe 1973, (già detenuto per analoghi fatti reato) e Surace Concetta, classe 1951, tutti originari della frazione Messignadi del comune di Oppido Mamertina, accustati a vario titolo di aver prodotto e detenuto ai fini di spaccio ingenti quantitativi di sostanza stupefacente (cannabis indica) e di aver detenuto illegalmente armi da fuoco, talora alterandole per aumentarne la potenza.
Il provvedimento deriva dall’attività d’indagine, diretta dal procuratore capo della procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, dott. Giuseppe Creazzo, e dal Sost. Procuratore, Dott. Dolce, avviata a seguito dell’arresto in flagranza di reato operato nei confronti di due giovani della zona sorpresi a coltivare canapa indiana e trovati in possesso di un fucile cal. 12 con matricola abrasa.
L’immediata attività investigativa, posta in essere avvalendosi dei moderni sistemi tecnici, ha consentito ai Carabinieri della stazione di Oppido Mamertina di ricostruire con chiarezza e precisione le dinamiche per mezzo delle quali il gruppo criminale seguiva le fasi della produzione e della commercializzazione illegale degli stupefacenti, riscontrando la presenza di plurime piantagioni della stessa sostanza stupefacente in più aree del territorio montano a cavallo tra i centri abitati di Oppido Mamertina, Messignadi e Varapodio, nonché sequestrando una arma da fuoco, rinvenuta a seguito di perquisizione in un casolare nelle disponibilità del gruppo criminale, per altro arma abilmente manomessa al fine di incrementarne la capacità offensiva, come riscontrato dall’analisi tecnica condotta dai militari del Ris di Messina.
L’attività degli inquirenti è ancora in corso al fine di chiarire ulteriori eventuali responsabilità penali. Gli arrestati, tra i quali una donna, sono stati tradotti presso le case circondariali di Palmi e Reggio Calabria a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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