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Ecco i nomi dei soggetti colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del locale Tribunale:
1) BARBARO Marianna, nata a Platì (RC) il 04.04.1967, residente in Bovalino, moglie di Giuseppe Pelle
2) MORO Francesco, nato a Reggio Calabria il 06.09.1956, residente in Bagaladi, medico del 118 di Locri
3) PELLE Antonio, nato a Locri (RC) il 04.03.1987, detenuto per altra causa presso la casa circondariale di Teramo,
4) PELLE Giuseppe nato a San Luca (RC) il 20.08.1960, detenuto per altra causa presso la casa circondariale di Milano-Opera,
5) QUARTUCCI Guglielmo nato a Celio (CS) il 20.03.1953, residente in Cosenza,
6) CORNICELLO Francesco Marcello, nato a Cosenza il 13.02.73, residente in Mandatoriccio (CS).
Nella mattinata odierna, i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 indagati per concorso in falsa attestazione in atti destinati all’autorità giudiziaria e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, con l’aggravante delle finalità mafiose.
Il provvedimento ha colpito esponenti della cosca PELLE “gambazza” di San Luca e noti professionisti della provincia reggina e di quella cosentina, disponendo la custodia cautelare in carcere del boss PELLE Giuseppe “gambazza” cl. 60 e del figlio PELLE Antonio cl. 87 (entrambi arrestati nell’aprile 2010, nel corso dell’operazione “REALE”), di BARBARO Marianna (moglie di PELLE Giuseppe), dei dottori MORO Francesco e QUARTUCCI Gugliemo, nonché, gli arresti domiciliari dell’avv. CORNICELLO Francesco Marcello, del foro di Cosenza.
E’ stato disposto inoltre il sequestro penale della casa di cura per malattie neuropsichiatriche convenzionata con la Regione Calabria, “Villa degli Oleandri” di Mendicino (CS), limitatamente alle quote societarie facenti capo a QUARTUCCI Gugliemo.
L’operazione “REALE 4 – IPPOCRATE” prende il via dalle conversazioni intercettate nell’inverno del 2010 nell’abitazione di PELLE Giuseppe (sfociate, sotto la direzione della DDA reggina, nelle operazioni “REALE”, “REALE 2” e “REALE 3). Come nelle precedenti due, che avevano disvelato i rapporti della cosca con l’ambiente universitario e con il mondo politico locale, anche in quest’ulteriore fase emergono le collusioni con i colletti bianchi, nella fattispecie medici compiacenti e disponibili alla esigenze del boss.
In particolare, è emerso come, nel corso degli anni, PELLE Giuseppe si fosse procurato una sorta di cartella clinica contenente numerosi certificati medici, funzionali ad attestare la sua incompatibilità col regime carcerario. Con il tempo, poi, la tecnica si era andata affinando e, dall’anno 2006, PELLE aveva cominciato a dichiarare falsamente di soffrire di “depressione maggiore”, diagnosticatagli in più occasioni e da più medici. Proprio grazie alle false certificazioni attestanti la patologia psichica in argomento, nel 2008, il boss di San Luca era già stato scarcerato.
Nello specifico, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sul dott. MORO Francesco (medico in servizio al Pronto Soccorso “118” di Bianco) e sul dott. QUARTUCCI Gugliemo (medico responsabile della casa di cura privata per malattie neuropsichiatriche “Villa degli Oleandri” di Mendicino).
La mattina del 27.02.2010, MORO Francesco veniva intercettato mentre si rendeva disponibile ad assecondare la richiesta di PELLE Giuseppe di inscenare un finto malore dovuto ad uno stato d’ansia simulato: nel corso del lungo dialogo, il dottore suggeriva a PELLE Giuseppe l’esatto comportamento e le modalità da tenere, per rendere quanto più verosimile l’intervento; in tal modo, come MORO teneva a precisare, avrebbero messo in scena “un film… bello pulito!”. Effettivamente, come programmato, la sera del 02.03.2010, PELLE Giuseppe – con la complicità della moglie BARBARO Marianna e del figlio Antonio cl. 87 – contattava il “118”, facendo arrivare un’equipe medica coordinata dal compiacente dott. MORO.
Similmente, anche il dott. QUARTUCCI Guglielmo si era prodigato per il boss di Bovalino, già nel 2008, favorendo un suo ricovero a “Villa degli Oleandri”, al termine del quale aveva certificato falsamente che il suo paziente era “affetto da sindrome depressiva maggiore con tratti psicotici”; inoltre, in varie occasioni, il medico cosentino aveva rilasciato al PELLE certificati attestanti la simulata patologia depressiva.
Il dott. QUARTUCCI, per sua stessa ammissione, ribadiva di assecondare le richieste di PELLE, perché sapeva della sua appartenenza alla ‘ndrangheta (“… mi hanno mandato, da Reggio Calabria, i PELLE!… il secondo giorno venivo ammazzato… Dice che il padre, è IL VANGELO, era!…”) e rivelava che l’accondiscendenza con cui lo trattava derivava dal suo assoggettamento alla potente famiglia mafiosa: “la legge? Se ne frega di te! … Quando venivano quelli da Reggio Calabria, i PELLE i cosi… gli dicevo: “non ti visito”? Che quelli il secondo giorno venivano qua e mi mangiavano (“appappavano”)…”.
Le intercettazioni telefoniche ed ambientali, i numerosi servizi di pedinamento degli indagati ed i successivi riscontri documentali permettevano di accertare che il dott. QUARTUCCI aveva redatto dei certificati compiacenti anche per conto di CONFORTI Andrea, agente della P.S. tratto in arresto per il tentato omicidio aggravato ai danni della moglie, affetto da “una sintomatologia prevalentemente depressiva”. Grazie all’intercessione del suo difensore – l’avv. CORNICELLO – ed alle false attestazioni del medico, CONFORTI tornava a piede libero nel giro di pochi mesi, anche se la sua patologia psichica non era né sanata né tantomeno migliorata.
Tutto l’impianto accusatorio è stato confermato dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia LOVATO Samuele – un tempo associato al clan dei FORESTEFANO operante nell’alto cosentino – il quale spiegava, per esperienza diretta, i meccanismi che si celavano dietro ai ricoveri presso “Villa degli Oleandri” di soggetti affiliati alla ‘ndrangheta (simulatori di malattie legate alla depressione), al fine di sfuggire al regime detentivo: “…a Villa degli Oleandri … gonfiano le patologie, riportano sopra le cartelle farmaci che non vengono assolutamente somministrati, falsificano dei test…”.
Il LOVATO forniva numerosi elementi per smascherare l’escamotage utilizzato da PELLE Giuseppe “gambazza”, sostenendo che la patologia normalmente inscenata dagli appartenenti alla ‘ndrangheta per sfuggire al carcere era la “depressione”, che “è una di quelle patologie astratte… ed in secondo luogo che tu non sai mai dire che uno sta fingendo o non sta fingendo. E non è una patologia tipo un braccio rotto che tu dici se è guarito, è guarito…”.
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