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Stamane, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, gli investigatori del Commissariato di P.S. di Gioia Tauro (RC) e della locale Squadra Mobile hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della DDA, nei confronti di quattro soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di diversi episodi di cessione di sostanze stupefacenti e reati in materia di armi.
Nello specifico, a tutti gli indagati viene contestato il delitto di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, per essersi associati al fine di commettere una serie indeterminata di delitti di cessione di sostanze stupefacenti.
Le indagini – condotte dal Commissariato P.S. di Gioia Tauro (RC) e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria nel periodo che va da novembre 2014 a maggio 2015 – hanno consentito di ricostruire la struttura di un sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti, con base operativa nel comune di Gioia Tauro; di individuare i componenti dell’associazione, con l’attribuzione specifica di ruoli e compiti; nonché di contestare alcuni reati in materia di armi.
L’attività investigativa è stata avviata per far luce sulla scomparsa di un giovane di Gioia Tauro, Mammoliti Maurizio, di cui si erano perse le tracce il 31.10.2014.
Invero, le attività di intercettazione disposte dalla DDA di Reggio Calabria nel corso delle indagini, portavano alla luce l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita in maniera stabile e professionale alle attività di cessione di sostanze stupefacenti di vario genere, dall’hashish alla cocaina, che utilizzava come base operativa per gli incontri con gli acquirenti più fidati, un garage ubicato nel comune di Gioia Tauro.
All’interno dell’immobile, i membri della consorteria criminale nascondevano armi e munizioni, nonché quantitativi di droga destinati alla cessione agli acquirenti, per come risulta dalle riprese effettuate dalle telecamere autorizzate nel corso delle indagini.
I sequestri di droga (250 grammi di cocaina in una circostanza e 308 grammi di cocaina nell’altra), operati dagli investigatori della Polizia di Stato in due circostanze, ovvero il 10 e l’11 aprile 2015, a carico di due acquirenti, immediatamente dopo la cessione presso il sito di interesse, in combinazione con il rinvenimento, effettuato a seguito di una perquisizione nel predetto garage, di bilancini di precisione e diluenti per la cocaina, corroborava l’assunto che il sito monitorato, nella piena ed esclusiva disponibilità degli indagati, fosse un vero e proprio laboratorio, munito di tutta la strumentazione necessaria per la preparazione delle dosi e per il loro confezionamento, nonché un “esercizio commerciale”, avente quale oggetto sociale lo spaccio all’ingrosso dello stupefacente.
All’interno dell’organizzazione, i ruoli tra sodali erano interscambiabili, atteso che ciascuno aveva possibilità di accedere al sito e di incontrare i clienti ritenuti di particolare affidabilità.
Per raggiungere la base operativa dell’organizzazione, i sodali utilizzavano delle Fiat Panda. Da qui il nome dell’operazione.
Un quinto soggetto è attivamente ricercato.
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