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Le indagini condotte dalla Squadra mobile reggina, che insieme allo Sco ha eseguito le 67 ordinanze di custodia hanno accertato che alla gestione del traffico di immigrati clandestini avrebbero partecipato le cosc di Locri e di Melito Porto Salvo.
Alle persone coinvolte viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Agli affiliati , della cosca “Cordì” la Dda ha contestato anche l’aggravante delle modalità mafiose.
L’organizzazione utilizzava i contratti di assunzione fittizi richiesti da imprenditori compiacenti a favore degli immigrati, che avevano così la possibilità di chiedere il visto d’ingresso per l’Italia.
Le richieste di denaro che ognuno degli immigrati doveva soddisfare variavano dai diecimila ai 18 mila euro, con un introito complessivo di oltre sei milioni di euro per le organizzazioni criminali.
Le indagini erano state avviate nel 2007 dopo la denuncia presentata da un imprenditore agricolo della provincia di Reggio Calabria, costretto secondo quanto riferito dagli investigatori, a cedere alcune sue aziende ed a presentare documentazione di assunzione per legittimare l’ingresso in Italia di immigrati indiani e pachistani.
Sono coinvolti nell’inchiesta alcuni imprenditori e tre dipendenti dell’ufficio provinciale del lavoro di Reggio Calabria. I
Le attività investigative rientrano nell’ambito di un piano strategico nazionale stabilito dal Ministero dell’Interno e attuato dal Dipartimento della Pubblica sicurezza per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina in tutte le sue manifestazioni.
L’operazione di Polizia ha riguardato varie regioni italiane: Calabria, Lombardia, Toscana, Marche, Campania e Basilicata, e gli arresti sono stati eseguiti oltre che nel Reggino nelle province di Milano, Brescia, Cremona, Cesena, Macerata, Potenza e Avellino.
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