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Arrestato a Rivalta, in provincia di Torino, Domenico Giorgi, nato a Locri, in provincia di Reggio Calabria, il 16 marzo 1982, residente a Bovalino, pregiudicato ritenuto affiliato alle famiglie dei Giorgi alias “Boviciani” e degli Strangio alias “Jancu” operanti nel territorio di san Luca (rc).
Tutto ebbe inizio il 06.01.2005, quando in Contrada Palazzi del Comune di Casignana, in provincia di Reggio Calabria, veniva rinvenuto il cadavere di Salvatore Favasuli, ucciso con diversi colpi di arma da fuoco, a circa 50 metri di distanza dalla sua autovettura ancora accesa.
Da una prima ricostruzione del fatto, s’ipotizzò che l’omicidio del giovane africese fosse maturato nell’ambiente del traffico di sostanze stupefacenti cui il soggetto era dedito.
Le prime risultanze investigative, soprattutto hanno evidenziato che il movente dell’omicidio potesse essere altresì costituito dalla chiara ed inequivocabile “vendetta” che Domenico Giorgi, classe 82, avrebbe posto in essere per punire l’ucciso per la relazione sentimentale che intratteneva con la sua fidanzata, oggi diventata moglie, Iolanda Giorgi, classe 87.
Il boomerang aveva portato i parenti di Favasuli a “rispondere” all’omicidio del proprio congiunto, uccidendo Antonio Giorgi, classe 84, fratello del giovane arrestato.
A seguito della condanna in primo grado degli esecutori dell’omicidio di Antonio Giorgi, nell’autunno del 2008 i carabinieri avviavano una nuova attività d’indagine volta a chiarire eventuali responsabilità del fratello dell’ucciso, destinatario dell’agguato del 31 ottobre 2005, Giorgi Domenico.
Dall’analisi dei tabulati e le conversazioni telefoniche poste in essere all’epoca dell’omicidio, comparate con le dichiarazioni verbalizzate dalla persone interrogate e grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Rocco Varacalli, corroboravano l’ipotesi accusatoria: Varacalli dichirava di aver sentito da Gioffrè Giuseppe di San Luca (ucciso in Bovalino nel dicembre 2009) che il Favasuli Salvatore era stato ucciso dal fratello maggiore di Giorgi Antonio.
Le investigazioni, inizialmente, sotto la direzione della DDA di Reggio Calabria, hanno evidenziato un contesto familiare di matrice ndranghetistica nel quale vivono gli indagati, senza però definire il movente ‘ndranghetistico in senso stretto. In considerazione del movente passionale ipotizzato per l’omicidio all’origine dei fatti commesso il 06.01.2005, nel 2009 veniva rimessa alla competenza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, che emette l’attuale ordinanza.
L’omicidio Favasuli risulta di fondamentale importanza nel contesto della faida di San Luca, in quanto Salvatore Favasuli, parente della moglie di Francesco Pelle cl. 77 inteso il Pakistano, costituisce di fatto la miccia che riaccende, dopo anni di silenzio, la cruenta lotta tra le consorterie dei Pelle-Vottari appunto e gli Strangio-Jancu, nella quale il primo a cadere in risposta sarà proprio Antonio Giorgi il 31 ottobre 2005, fratello dell’odierno arrestando e cugino di primo grado degli Strangio (cugino di Strangio Maria), al quale seguirà poi il tentato omicidio del predetto Pelle Francesco la notte del 31 luglio del 2006, seguito dalla cosiddetta “strage di Natale il 25” dicembre dello stesso anno.
In particolare:
– 06.01.2005 omicidio Favasuli Salvatore cl. 84,di Africo.
– 31.10.2005, omicidio Giorgi Antonio cl. 84, di San Luca, cosche Giorgi Boviciani- Strangio Jancu
– 31.07.2006, tentato omicidio Francesco Pelle cl. 77, il Pakistano, la cui moglie è imparentata con il Favasuli, il quale rimena paralizzato a seguito dell’attentato.
– 25 dicembre 2006, strage di Natale in San Luca in cui muore Maria Strangio, cugina di Giorgi Antonio e Giorgi Domenico (figli di Strangio Caterina)
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