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Per restituire il bottino di una rapina commessa dal figlio é stato costretto a rinunciare alla liquidazione e consegnarla al datore di lavoro. E’ una delle estorsioni contestate nell’ambito dell’operazione condotta la scorsa notte dalla Dia di Reggio Calabria. Secondo l’accusa il costruttore reggino Pietro Siclari ha imposto ad un suo dipendente, padre di Antonio Cutrì, che é un altro dei sette arrestati, di rinunciare alla sua liquidazione per avere risarcito il danno subito per una rapina commessa ai suoi danni dallo stesso Cutrì.
Siclari sarebbe giunto all’identificazione del responsabile della rapina grazie alle sue conoscenze negli ambienti della ‘ndrangheta ed avrebbe anche ipotizzato, secondo quanto quanto hanno riferito gli investigatori, di fare uccidere Antonio Cutrì. Siclari ha poi rinunciato a tale proposito, ma ha costretto il padre di Cutrì, suo dipendente da lungo tempo, a licenziarsi e consegnargli la liquidazione. (Ansa)
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