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Mimmo Crea, ex consigliere regionale, è stato condannato a 11 anni e 3 mesi per svariati reati, tra cui quello di concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ambito del processo “Onorata Sanità”, nato dall’operazione dei Carabinieri del gennaio 2008. I pubblici ministeri Mario Andrigo e Marco Colamonaci ne avevano richiesti 16 al Tribunale, presieduto da Iside Russo. Secondo gli inquirenti, l’ex consigliere regionale, infatti, avrebbe intrattenuto rapporti con esponenti della ‘ndrangheta.
Diminuite di molte le condanne nei confronti degli altri imputati: 3 anni e 3 mesi e immediata scarcerazione per il figlio di Mimmo Crea, Antonio, assolto dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa: per lui l’accusa aveva richiesto 11 anni di reclusione. Antonino Roberto Iacopino, é stato condannato a 9 mesi, rispetto agli oltre 10 anni richiesti dall’Ufficio di Procura. Angela Familiari, moglie di Mimmo Crea, è stata condannata a 9 mesi per il reato di truffa.
Assolti da ogni addebito la figlia di Crea, Annunziata, nonché Paolo Attinà, Giuseppe Scordo e Mario Annibale Neri.
La corte ha anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per Crea, la confisca dei beni già sequestrati, tra cui la clinica Villa Anya (in foto), ed il risarcimento dei danni a beneficio dell’Asp di Reggio Calabria e della Regione, enti costituiti parte civile. Crea, durante la scorsa legislatura, era subentrato, come primo dei non eletti nella lista della Margherita, a Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale assassinato in un agguato mafioso a Locri nell’ottobre 2005
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