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Sento il dovere di unirmi al coro di preoccupazione che si sta levando da più parti sulla vicenda che interessa il futuro occupazionale dei lavoratori del “Policlinico Madonna della Consolazione” di Reggio Calabria. A dichiararlo è l’on. Nino Foti, capogruppo PDL in Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati.
Il policlinico – prosegue la nota dell’on. Nino Foti – rappresenta per la provincia reggina il secondo polo sanitario di riferimento. Il paventato taglio dei suoi posti letto, ben centoquaranta sui duecentoventi attuali, ove realizzato, comporterebbe una riduzione del personale di circa centodieci unità: una catastrofe dal punto di vista occupazionale e socio – economico nella già debole e precaria economia reggina.
La cancellazione di alcuni reparti, come ad esempio ostetricia e ginecologia, costringerà molti nostri concittadini a rivolgersi ad altre strutture, anche fuori regione, considerato che nella casa di cura interessata dalla mannaia del taglio del piano sanitario, si effettuano degli interventi di eccellenza come quelli di asportazione dei tumori all’utero e alle ovaie e, in genere della sfera genitale femminile.
Gli ottocento parti l’anno a fronte dei cinquecentoquaranta previsti dal budget sanitario regionale – sottolinea l’on. Nino Foti – non hanno mai condizionato la proprietà dall’andare oltre il limite impostogli dalla sanità regionale, ciò ritengo vada riconosciuto e sia motivo di grande orgoglio per la famiglia Pulitanò proprietaria della struttura e, più in generale, per tutto il personale medico e paramedico che vi lavora.
La recente chiusura poi del polo nascite dell’Ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo ha certamente aggravato la situazione complessiva in quanto le partorienti sono state dirottate tutte presso gli ospedali riuniti di Reggio o villa Aurora (per quello che quest’ultima può recepire) e tutto ciò sta determinando una confusione generalizzata.
Ora certamente si apre uno scenario sicuramente preoccupante se si considera solo per un attimo quello che potrebbe accadere qualora il polo nascite del policlinico dovesse effettivamente essere chiuso con gravi disagi e conseguenze sociali per tutti i nuclei familiari interessati dagli ottocento parti l’anno e dagli interventi di oncologia ginecologica sopra citati. L’invito che rivolgo alle parti interessate – conclude l’on. Nino Foti – è quello di concertare il più possibile le azioni volte a soddisfare le contrapposte esigenze di Regione, Policlinico e, quel che più conta, i lavoratori che hanno tutto il diritto di poter contare ancora sulla certezza per il futuro di veder mantenuto il proprio posto di lavoro.
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