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La lotta degli studenti dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha pagato e, dopo tanti giorni di occupazione dell’aula magna Quistelli ed altre iniziative, ha ottenuto un primo, sensazionale risultato: il dietrofront del Senato accademico e la revoca dell’aumento delle tasse.
Quando la protesta degli universitari reggini è cominciata a montare, sono state in tante le “cassandre” che non scommetteva un centesimo sull’esito della mobilitazione e invitavano gli studenti a riprendere le lezioni con la coda tra le gambe. Li volevano piegati, divisi, indaffarati solo ad organizzare party mondani e incapaci di difendere i propri diritti.
Adesso dovranno ricredersi: gli studenti della Mediterranea hanno dato una grande prova di compattezza e maturità e questo, alla fine, ha permesso di portare a casa il risultato. Inoltre, con i momenti di partecipazione, dibattito e democrazia dal basso di questi giorni, hanno saputo far vedere all’opinione pubblica un volto dell’Ateneo reggino ben diverso da quello emerso dalle inchieste giudiziarie sulle inquietanti infiltrazioni della ‘ndrangheta, sugli esami comprati con i capretti. Difendere il proprio futuro, battersi per la propria dignità, significa anche dire no al malaffare e le collusioni e dimostrare ai giovani della nostra città, non solo studenti, che si possono conquistare dei benefici tangibili senza chiedere favori ai potenti, siano essi boss, baroni o politici affaristi.
Un plauso particolare va al Collettivo Unirc, sempre in prima linea, capace di unire la lotta specifica contro l’aumento delle tasse all’obiettivo generale di stoppare i tagli imposti dal governo Berlusconi e il ministro Gelmini. Anche grande all’esempio degli universitari reggini, la meta del fallimento della controriforma dell’istruzione è sempre più vicina.
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