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di Francesco Iriti
«Incontri ravvicinati di quarto tipo».
Nuccio Barillà, del direttivo nazionale di Legambiente, si rifà allo studioso di ufo Jacques Fabrice Vallèe etichettano «le riunioni “off-media” che i sindaci di Montebello, Melito e di qualche altro comune di Capo Sud stanno tenendo a ritmo intensificato con la Sei, la società che continua a perseguire l’insano progetto di costruzione di una centrale a carbone a Saline».
«Lo studioso parla di alterazione del loro senso della realtà, la stessa che avrebbe richiesto che le amministrazioni, a partire da quella di Montebello, – spiega l’ambientalista –esprimessero a “muso duro”, in molti casi riconfermandolo, un no netto al progetto di cui è capofila la società svizzera».
«Nel “dietro le quinte”, seppure non chiaramente espresso, – ipotizza Barillà – si starebbe alzando il prezzo sulle contropartite da ottenere per far ingoiare la polpetta avvelenata ai cittadini e garantire l’assenso a livello territoriale alla centrale». L’istituzione dell’ennesima commissione, decisa dai sindaci, per l’esponente ambientalista «è solo la “foglia di fico” per nascondere quella che è una operazione di mercato oltre a un modo come un altro per precostituirsi un alibi.»
«Ambiguo e deludente è, soprattutto – continua Nuccio Barillà – il comportamento del sindaco di Montebello Ionico, dottore Guarna, che dopo aver fatto del no alla centrale un fortunato vessillo elettorale, adesso si allinea, balbettante, al suo collega di Melito Iaria, che di questa operazione mutualistica sembra essere la vera “testa di ponte”».
«Maldestro è, infine – attacca ancora il dirigente di Legambiente – il tentativo di bollare il no diffuso e variegato al carbone come un no “ideologico” piuttosto che, semplicemente, “logico”».
Secondo Nuccio Barillà «è inutile continuare a parlare di un “carbone pulito” che non esiste. Allo stato attuale non esiste scientificamente al mondo nessun apprezzabile miglioramento tecnologico né sezione di abbattimento fumi capace di ridurre anche minimamente le emissioni di Co2 emessa da combustione».
«Su tutti gli aspetti relativi al progetto della Sei, Legambiente e il suo comitato scientifico nazionale hanno invitato, da oltre due anni, al confronto pubblico la Sei. – continua Barillà- La società a trazione svizzera, che si dice a ogni piè sospinto “aperta al confronto”, non ha mai risposto».
«E’ giusto infine – sottolinea Nuccio Barillà – esprimere apprezzamento per le recenti prese di posizioni bipartisan di esponenti del Consiglio regionale, condensate sulla riconferma del rigetto dell’ipotesi carbone».
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