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Si è tenuta l’Assemblea fondativa del Forum Provinciale del Terzo Settore. L’Assemblea, che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di rappresentanti delle organizzazioni del Terzo Settore reggino, nonché del rappresentante delegato del Forum Regionale, nella persona di Rosa Maria Perrone.
L’assemblea, nell’approvare formalmente lo statuto provinciale, dopo gli interventi iniziali del Portavoce Luciano Squillaci e della delegata del Forum Regionale, ha aperto un nutrito dibattito per delineare le linee programmatiche su cui, in un percorso finalmente unitario, il mondo del Terzo Settore si dovrà muovere.
Al termine del dibattito, si è proceduto con le votazioni e con lo sfoglio delle schede.
Luciano Squillaci è stato confermato Portavoce Provinciale del Terzo Settore.
Sono stati eletti nel comitato di coordinamento: Mario Nasone (Agape), Giuseppe Carrozza (Consorzio Terre del Sole), Valeria Bonforte (AUSER), Pasquale Neri (A Rua), Stefano Caria (ASPI Padre Monti), Mario Alberti (Coop. Rinascita), Nuccio Quattrone (Legacoop.), Maria Giovanna Ursida (Coop. Itaca), Francesco Rigitano (Don Milani), Domenico Barresi (Coop. Rose Blu), Antonella Esposito (Coop. Voce Amica), Filippo Moscato (ACLI), Filippo Tedesco (La.Dos), Emanuela Scrofani (Legambiente)
Sono stati eletti nel comitato dei Garanti: Leonardo Manti (FISM), Immacolata Cassalia (IPF Emmaus) e Alberto Giuffrè (Accademia KRONOS).
Nel collegio dei revisori sono stati eletti: Enrico Gullì (Piccola Opera Papa Giovanni) e Margherita Triolo (Libero Nocera).
Di seguito l’intervento del Portavoce Luciano Squillaci:
“Tu vedi cose già fatte e ti chiedi: “perché?”, ma io ho sognato cose mai viste e mi sono detto: “perché no?”. (Bernard Shaw)
Oggi siamo qui perché abbiamo fortemente creduto che un sogno di cose mai viste potesse diventare realtà.
Il 13 novembre di 3 anni fa ci siamo detti: perché no? E così è iniziato il cammino che oggi ci porta sino a questa assemblea “fondativa”.
Un cammino non sempre facile, che ha conosciuto grandi slanci, ma anche notevoli difficoltà.
Ci siamo trovati davanti a quello che tutti noi conoscevamo molto bene: un terzo settore frammentato da anni di lotte interne, diviso da steccati ideologici, logorato da faide di cui spesso si era persa memoria dell’origine. Un Terzo Settore che così diviso diventava facile preda degli istinti predatori di una politica fondata sulla clientela, e che quando alzava la voce veniva facilmente zittito nella solitudine delle singole organizzazioni.
Eppure 3 anni fa siamo scesi in piazza dietro uno slogan che ancora ritengo sintesi del motivo del nostro essere qui oggi “nei diritti di ognuno il futuro di una intera comunità”.
Uno slogan in cui c’è tutto. Ci sono i diritti, elemento centrale del nostro percorso unitario. I diritti di tutti, a partire dai più fragili e dai più deboli. Ma anche il diritto di disporre dei beni comuni, di difenderli, di tutelarli. Il diritto di agire nel verso della sussidiarietà, della pari dignità, della democrazia partecipata. Il diritto di essere cittadini a tutti gli effetti.
E c’è la comunità, l’entità che maggiormente è stata offerta all’olocausto di una economia di pirati, e che noi oggi abbiamo il dovere di ricostruire.
Ma c’è anche il futuro, ed è su questo che oggi dobbiamo soffermarci.
Oggi siamo chiamati ad avere e soprattutto trasmettere, il coraggio della speranza.
Abbiamo sognato e quel sogno è diventato progetto. Per realizzarlo però dobbiamo continuare fortemente a crederci. Oggi siamo chiamati ad un esercizio che ormai da tempo abbiamo dimenticato: siamo chiamati a coniugare i verbi al futuro.
Il passato è fondamentale perché ci consente di costruire sull’esperienza, il presente è vita e ci spinge all’impegno quotidiano, ma è sul futuro che si costruisce la speranza del cambiamento.
Il Forum può e deve essere strumento di futuro, non solo per il terzo settore, ma per ricostruire concretamente sui nostri territori la comunità.
Da oggi, e ringrazio il Forum Regionale qui rappresentato dalla consigliera Rosy Perrone, possiamo diventare più forti, essere parte di un sistema più grande che in un disegno generale punta a costruire un modello alternativo di sviluppo.
Cose ben nota al terzo settore. Basti pensare che come ho detto qualche giorno fa ad alcuni giornalisti, il mondo della cooperazione ed in generale dell’impresa sociale, gestisce circa il 4% del PIL nazionale, offrendo lavoro ad oltre un milione e mezzo di persone. Numeri che ci indicano la nostra reale forza, ma che ci inchiodano anche alle nostre responsabilità.
Una responsabilità che ci impone di pensare e creare, approfondire e sviluppare, sognare e progettare. Pezzi del terzo settore hanno inventato strumenti fondamentali per dimostrare che un’altra economia, un’economia solidale, attenta all’uomo e non solo al profitto, è realmente possibile. Basti pensare ai gruppi di acquisto solidale, al lavoro di inserimento delle cooperative di tipo B, al chilometro zero, alle fondazioni di comunità, al turismo sostenibile.
Ma pensiamo anche a ciò che, nel terzo settore, non è impresa sociale. Senza il volontariato, ed è un fatto acclarato, in Italia sarebbe imploso ormai da tempo lo stato sociale.
Ma non solo il volontariato dell’assistenza, pensiamo alla promozione sociale, al volontariato di advocacy, alle associazioni ambientaliste, alle associazioni culturali. Una ricchezza immensa che, se diventa realmente sistema, può davvero produrre un cambiamento straordinario.
Il Forum appunto vuole aiutare la costruzione di questo sistema. Si tratta di ponti, nient’altro che ponti. Niente più mura, fossati, steccati, solo ponti, raccordi, collegamenti.
Siamo consapevoli che non è un percorso semplice, sappiamo bene che costruire sogni è faticoso, necessita di tempo e di pazienza.
Tanta è la strada da fare, e molte le priorità sulle quali il nostro Forum, il nostro sistema di dovrà impegnare. Mi limito ad indicarne alcune sulle quali vi invito a soffermarvi nel dibattito che seguirà.
1) Le azioni di coesione sociale. Appare evidente che il territorio della nostra provincia è frantumato su mille questioni, strozzato da una crisi economica che sembra non avere fine. Eppure è qui, in questo contesto, che siamo chiamati a costruire. Attenzione costruire, non ricostruire, costruire ex novo dotandosi di quegli anticorpi che ci consentano di evitare gli errori del passato. E sulla coesione sociale, in particolare su due questioni, il Forum dovrà con forza dire la sua: la democrazia partecipata e le politiche sociali.
Nella nostra provincia viviamo una parvenza di partecipazione, una sorta di rappresentazione ipotetica, in cui noi siamo chiamati ad essere meri spettatori di uno spettacolo predisposto ad hoc. E’ un fatto noto la grave crisi istituzionale e democratica che stiamo attraversando, considerando che oltre il 40% dei comuni della nostra provincia, compreso il capoluogo, sono commissariati. E allora non può che essere una priorità del Forum sviluppare con urgenza il dibattito partecipativo alla vita sociale dei nostri territori. Per fare questo però dobbiamo ribadire con forza la nostra piena autonomia dai partiti, dal mercato e dalle istituzioni, riconoscendoci quale attore di sviluppo locale nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà così come sancito dalla’art.118 della Costituzione. Solo attraverso questa piena autonomia potremo pretendere ed ottenere di essere considerati a tutti gli effetti parte sociale, e quindi chiamati a partecipare attivamente alle scelte programmatiche, nel rispetto del ruolo di ognuno. E’ necessario fare un lavoro certosino, di presenza forte sul territorio, volto a stimolare un’ampia partecipazione di base alla vita democratica della nostra provincia, essendo lievito di una rivoluzione prima di tutto culturale e poi operativa. Una partecipazione organizzata e competente che passi anche dalla formazione di quadri del Terzo Settore capaci di essere presenze significative nei tavoli di concertazione. L’anno scorso abbiamo realizzato, in collaborazione con il CSV, un percorso di FQTS che aveva proprio questo obiettivo, e che ha visto la presenza qualificata di docenti di altissimo livello. Questo tipo di formazione deve divenire sistematica e permanente.
E poi le politiche sociali, ma direi meglio il sistema dei servizi alla persona, la lotta all’emarginazione, alle povertà, la tutela dei diritti dei più deboli e fragili. Sappiamo tutti che negli ultimi anni siamo stati costretti ad aprire diversi fronti di lotta per garantire risposte che in ogni altra parte del paese sono scontate. La Calabria è l’unica regione in Italia dove ancora non ha trovato attuazione la legge 328 del 2000, e la regione che con i suoi 27 euro procapite ha la minore spesa sociale, circa ¼ della media nazionale, i comuni si trovano in tutta la provincia affogati dai debiti e non sono più capaci di rispondere alle esigenze minime dei cittadini. Eppure, grazie anche e soprattutto al mondo del terzo settore e del volontariato, l’alterità, l’altro inteso nella sua dignità di persona e cittadino, rimane un valore da custodire e tutelare. Non mera assistenza, ma processi di cambiamento ed inclusione. Nel servizio verso i più deboli e fragili, noi incontriamo e “serviamo” persone, con una propria storia ed una propria esperienza, con capacità e risorse proprie, con i propri difetti, i propri limiti, ma comunque, sempre, portatori di una propria specifica ricchezza umana.
Non possiamo e non vogliamo rimanere inermi di fronte ad una società che sta restringendo sempre di più i margini degli inclusi, lasciando fuori un numero sempre maggiore di persone.
Il senso del nostro stare insieme oggi, del percorso del Forum, origina quindi da ragioni di giustizia, dalla ricerca coerente di un mondo più equo, dove i diritti dei più deboli non debbano mai essere considerati un optional rinunciabile. Un mondo che non può essere costruito senza l’apporto di ognuno di noi, una lotta per la dignità di ogni uomo che necessita del contributo di tutti.
Il Terzo settore riunito nel Forum diventa più forte per i deboli. In tal senso, nella nostra provincia, le politiche sociali purtroppo non possono non essere una nostra priorità.
2) La tutela dei beni comuni. Viviamo, o meglio ci limitiamo a sopravvivere, in un territorio defraudato, costantemente soggetto a violente spoliazioni che per garantire il profitto di pochi sono disponibili a svendere i beni di tutti noi. La riscoperta e la tutela del “bello”, in un’ottica generale di appartenenza collettiva, non può che essere un obiettivo prioritario del nostro Forum. Da sempre organizzazioni del Terzo settore, anche nella nostra provincia, si battono con grandi fatiche per la tutela dei beni ambientali, culturali e architettonici del nostro territorio. E’ forte nelle nostre associazioni la consapevolezza che tali risorse rappresentano di fatto l’unico futuro possibile per questa terra. Studiare, approfondire e proporre un modello alternativo di sviluppo che sia realmente sostenibile, rappresenta la mission di tante associazioni che, grazie al Forum, potranno amplificare la propria voce e renderla sistema.
3) La coesione interna. Costituire il Forum non è sufficiente, così come oltre 3 anni di percorso non possono di fatto garantire una scelta realmente unitaria. La questione della rappresentanza si risolve solo se, oltre al pieno rispetto delle regole, alla disponibilità ed alla competenza dei rappresentanti, c’è anche una scelta piena dei rappresentati di farsi rappresentare. La scelta unitaria impone delle rinunce. Per costruire i ponti ciascuna organizzazione deve necessarie cedere una parte del proprio territorio dove appoggiare le campate. Ovviamente tali rinunce potranno essere fatte solo dopo che i legami fiduciari siano stati concretamente ricostruiti. Ma per ricostruire ci vuole uno sforzo di tutti per superare barriere e steccati ormai superati. Una rete, quella del Forum, che come insegnano i buoni pescatori va costantemente mantenuta. L’ascolto dei territori, la partecipazione attiva di tutte le organizzazioni, l’individuazione di luoghi di confronto permanente, sono altrettanti priorità che debbono essere inserite nel nostro programma operativo. All’inizio del percorso del Coordinamento, abbiamo condiviso un Documento Base che poneva alcuni pilastri, a mio avviso ancora attualissimi. Invito ciascuno di voi di andare a rileggere, o leggere per la prima volta, quel documento. Sono convinto che ogni organizzazione che intende essere parte del percorso di costruzione di questo Forum, deve sottoscrivere i principi che lì sono espressi e garantirne la totale osservanza.
Non partiamo da zero, tanta strada è stata fatta. Oggi però siamo chiamati al salto di qualità definitivo.
Al termine di questo dibattito, eleggeremo i rappresentanti degli organi sociali. Su questo voglio essere chiaro sino in fondo. Grazie a Dio non si tratta di spartizione di incarichi, non ci sono risorse da aggredire. Si tratta di rendersi disponibili a mettersi al servizio degli altri, e prima ancora al servizio del sogno. Una disponibilità che necessità di tempo e passione. Un ruolo, qualunque esso sia, all’interno del Forum non può essere relegato a margine dei nostri impegni, non può rappresentare un momento residuale, da svolgere quando e se ho concluso tutto il resto delle mie attività. Si tratta di crederci e di esserci. A mio avviso chi si candiderà nel comitato di coordinamento dovrà essere pronto a garantire la propria presenza almeno ad una riunione mensile e soprattutto di assumersi, da solo o insieme ad altri, la responsabilità di una linea di azione del programma o di un’attività del Forum. E’ una gestione condivisa quella a cui penso, che si può realizzare solo con la disponibilità di tutti, peraltro anche di chi sarà al di fuori del comitato di coordinamento.
Sul punto sottolineo ulteriori due elementi. Il primo è la necessità di non costituire un forum provinciale reggio centrico. Dobbiamo avere attenzione a tutti i territori. In tal senso auspico un comitato altamente rappresentativo di tutto il territorio provinciale, ma in ogni caso ritengo utile che, al di là delle previsioni statutarie, sia comunque garantita la presenza come invitati di diritto al comitato di coordinamento, dei rappresentanti dei forum territoriali, costituiti o costituendi.
Il secondo è una sperimentazione che abbiamo portato avanti, a mio avviso positivamente, con il Coordinamento. Abbiamo infatti stabilito che le riunioni del Comitato di Coordinamento fossero comunque aperte a tutte le organizzazioni aderenti, al fine di consentire la più ampia partecipazione possibile. Ritengo utile continuare su questa strada, considerando che proprio la massima partecipazione e l’obiettivo centrale che abbiamo.
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