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In questi giorni sul sito www.publiceye.ch sono aperte le votazioni che eleggeranno la peggiore società del 2013.
Ogni anno, attraverso una votazione sul suo sito internet, Public Eye pone l’attenzione su quelle società che a livello intenzionale mantengono comportamenti scorretti, come lo sfruttamento delle condizioni di lavoro, i danni ambientali, operazioni di disinformazione sulle conseguenze dei loro operati, e non tengono conto della responsabilità sociale delle imprese.
Durante il World Economic Forum (Forum Mondiale dell’Economia) vengono presentati coloro che vedranno apparire il loro nome scritto sul Wall of Shame (muro della vergogna).
Un vincitore verrà deciso dalla giuria composta da importanti personalità del mondo scientifico e culturale, un altro, invece, dalla gente attraverso una votazione on line.
Il premio vergogna ha lo scopo di aprire un dibattito per porre all’attenzione mondiale sui comportamenti più irresponsabili delle società.
Una delle sette candidate è la Repower, azionista di maggioranza della SEI che in Calabria vorrebbe costruire una centrale a carbone nonostante la legge regionale calabrese lo vieti e la popolazione, le istituzioni regionali, provinciali, locali siano fermamente contrari.
La società italo-elvetica si trova in “buona” compagnia, insieme ad altre società messe in lizza per corruzione, distruzione degli habitat naturali e impoverimento della popolazione, violazione dei diritti umani, disastro bancario, omicidio e sfruttamento della manodopera, inquinamento spregiudicato.
Le motivazioni della nomination che potrebbero portare il nome della Repower sul muro della vergogna sono state molte, dai tentativi di condizionare l’opinione pubblica calabrese attraverso campagne di disinformazione e foraggiamenti a pseudo-comitati compiacenti, al disinteresse verso i danni che, scientificamente provato, le centrali a carbone provocano agli esseri umani e all’ambiente con il forte inquinamento che esse generano, provocando un effetto disastroso sull’economia locale che vive sostanzialmente di agricoltura, turismo e cultura.
Il mondo guarda con preoccupazione al problema del carbone e delle conseguenze che il suo utilizzo ha sulla popolazione mondiale, con costi che vengono pagati in vite umane.
Il pericolo che una centrale a carbone venga costruita a Saline Joniche ha fatto puntare i riflettori sulla punta estrema dell’Italia, tanto che ormai anche fuori dai nostri confini nazionali ci si mobilita per impedire questo scempio, quest’ennesimo squarcio nel cuore della Calabria, nel cuore di una terra che con la forza e la testardaggine, caratteristica della gente che l’abita, innalza un muro imponente per difendersi da chi la vuole colonizzare.
Su questo muro la Calabria ha già inciso a caratteri cubitali un messaggio per la SEI-Repower, “NO CARBONE”, e impedirà a questa società di scrivere una nuova pagina buia della nostra terra.
Tutti noi siamo chiamati a fare la nostra parte, anche andando sul sito www.publiceye.ch e votando affinché la Repower trovi il suo meritato spazio sul muro della vergogna!
Coordinamento Associazione Area Grecanica
www.nocarbonesaline.it
info@nocarbonesaline.it
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