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«È una buona notizia che il senatore del Pdl Antonio Caridi abbia rinunciato a far parte della commissione parlamentare Antimafia». Lo dice la deputata calabrese Dalila Nesci, del Movimento Cinque Stelle, che nell’aula di Montecitorio aveva pronunciato, ieri sera, un discorso sull’«assoluta inopportunità» che Caridi entrasse nella commissione. La deputata aveva sottolineato il sostegno elettorale di una cosca della ‘ndrangheta al politico, secondo una relazione della Dda di Genova, confortata da un’indagine della Dia del capoluogo ligure.
La parlamentare Cinque Stelle commenta: «Abbiamo vigilato in parlamento, impedendo che nella commissione Antimafia ci fosse un membro in rapporti documentati con la ‘ndrangheta, a prescindere da iscrizioni nel registro degli indagati o da condanne penali. Abbiamo portato avanti un’azione comune, con i portavoce calabresi Federica Dieni e Paolo Parentela, insieme ai nostri deputati in Antimafia Fabiana Dadone, Francesco D’Uva, Riccardo Nuti e Giulia Sarti».
Per «sollecitare la coscienza del parlamento», nel suo discorso Nesci aveva rivolto un appello ai presidenti di Camera e Senato, al ministro dell’Interno e alla deputata del Pdl Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonino, ucciso dalla ‘ndrangheta. La parlamentare Cinque Stelle aveva posto in primo luogo la questione morale, citando il monito di Paolo Borsellino per cui non bisogna rimanere in attesa di condanne penali, per pronunciarsi rispetto alle vicende pubbliche.
Nesci conclude: «Una riprova che l’opposizione e la sorveglianza del Movimento Cinque Stelle contribuiscono a riportare trasparenza e rigore morale nelle istituzioni, soprattutto per restituire speranze al Mezzogiorno e alla Calabria».
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