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Dalila Nesci, deputata M5S della Calabria, ha pronunciato, ieri sera alla Camera, un discorso sull’«assoluta inopportunità» che il senatore Antonio Caridi – indicato da Renato Schifani, capogruppo del Pdl al Senato – entri nella commissione parlamentare Antimafia.
Nesci ha ricordato che «un’indagine in Liguria sul boss di ‘ndrangheta Carmelo Gullace ha consentito alla Dia di Genova di documentare il sostegno elettorale di esponenti della cosca, anche con palesi intimidazioni, a favore di Caridi, eletto in Calabria in Consiglio regionale e poi diventato assessore alle Attività produttive».
La deputata Cinque Stelle ha aggiunto: «Ciò indica l’assoluta inopportunità che il senatore Caridi entri in commissione Antimafia. Non è da escludere che l’indagine sia ancora in corso, sicché sarebbe assurdo permettere che entri in Antimafia un politico in rapporti già documentati con la ‘ndrangheta, su cui potrebbero esserci più ampi accertamenti».
Nesci ha lanciato l’appello al presidente della Camera Laura Boldrini, al presidente del Senato Piero Grasso e al ministro dell’Interno Angelino Alfano, già ministro della Giustizia, perché «si alzi la coscienza del parlamento e delle istituzioni». Inoltre, per riunire la politica sul caso, la parlamentare si è rivolta anche alla deputata del Pdl Rosanna Scopelliti, «figlia del giudice Antonino, ucciso dalla ‘ndrangheta in un contesto di vicinanza tra potere statale e mafioso».
Nesci, sostenuta in questa battaglia dai deputati calabresi Federica Dieni e Paolo Parentela, come dagli altri colleghi M5S indicati in commissione Antimafia, ha concluso: «Occorre eliminare ogni sospetto di contatto tra Stato e antistato; al di là delle condanne penali, come ricordava Paolo Borsellino».
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