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La ‘ndrangheta faceva anche ricorso al sistema delle vincite a giochi e lotterie nazionali per riciclare i proventi del traffico internazionale di droga. L’organizzazione criminale riciclava ”somme ingentissime” acquistando dal reale vincitore del Superenalotto le schedine vincenti e facendosi poi accreditare le vincite dalla Sisal di Milano su conti correnti accesi appositamente, sottraendosi così al rischio di segnalazioni per operazioni sospette.
Una tecnica che sarebbe stata adottata in particolare per una super-vincita realizzata a Locri, in provincia di Reggio Calabria, nella ricevitoria del suocero di Nicola Lucà, ritenuto un esponente della cosca Mancuso, già condannato a 14 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.
Nei confronti di Lucà i carabinieri hanno dato esecuzione a un provvedimento di confisca di beni, emesso dalla Corte d’Appello di Catanzaro, per un valore di 5 milioni e 600 mila euro. Confiscati anche due immobili a Marina di Gioiosa Jonica.
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