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‘Quanto sta emergendo conferma le ipotesi che erano state fatte nell’immediatezza in merito al movente dell’attentato del 3 gennaio contro la Procura generale”. Lo ha detto all’Ansa il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, commentando le informazioni di garanzia notificate a quattro affiliati alla cosca Serraino per attentato e l’ipotesi che l’episodio si collegherebbe ai contrasti col sostituto procuratore generale Francesco Neri.
‘Si tratta di congetture – ha aggiunto Di Landro – che furono fatte non soltanto da me, ma anche dai partecipanti ad una riunione di coordinamento in Prefettura. Frutto, dunque, di una riflessione collegiale. Congetture che riguardavano i contrasti all’interno dell’ufficio, con particolare riferimento alla sostituzione del rappresentante della pubblica accusa nel processo d’appello per l’omicidio della guardia giurata Luigi Rende”.
”Alla luce di quanto é accaduto oggi – ha detto ancora Di Landro – devo dire che quelle ipotesi registrano oggi più in forza e consistenza. Devo dire, inoltre, che proprio per il fatto che quelle ipotesi, ritenute subito credibili, non erano soltanto mie, non ho mai capito il perché della personalizzazione nei miei confronti della reazione. Quasi come se a fare quelle congetture fossi stato soltanto io”.
”In ogni caso – ha aggiunto il pg di Reggio Calabria – ritengo giusto avere contezza completa delle carte processuali per esprimere un giudizio definitivo. Mi auguro inoltre che i primi esiti dell’inchiesta sull’attentato rappresentino un primo passo per l’accertamento della verita”. ‘
‘Prendo atto, inoltre, con grande compiacimento – ha concluso Di Landro – del massimo l’impegno profuso nelle indagini dai carabinieri e dalla magistratura”.
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