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Colpito dal Provvedimento Restrittivo dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nr. 6191/07 + 9689/08 R.G.N.R. e NR. 5418/07 + 4775/09 R.G. G.I.P., emesso dal Tribunale Di Torino Sezione G.I.P. – Dott.ssa Silvia Salvadori in data 31.05.2011.
Alle ore 02.00 circa della mattinata odierna, personale dipendente il Commissariato di P.S. di Siderno e della Squadra Mobile di Reggio Calabria a conclusione di un’articolata e laboriosa attività investigativa coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria procedeva all’arresto del GALLIZZI Giuseppe, latitante dal Giugno del 2011 poiché colpito dal Provvedimento Restrittivo della Custodia Cautelare emessa nei suoi confronti per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso.
Il GALLIZZI Giuseppe veniva trovato all’interno di un appartamento ubicato al civico 38 di Via Bruno Buozzi del Comune di Martone (RC), su cui seguiranno ulteriori accertamenti volti all’identificazione del proprietario e di eventuali responsabilità penali di quest’ultimo in ordine al reato di favoreggiamento.
Al momento dell’arresto il GALLIZZI Giuseppe non opponeva alcuna resistenza agli investigatori che lo trovavano all’interno della camera da letto dell’appartamento. Lo stesso, vistasi preclusa ogni via di fuga, si complimentava con gli Agenti per la fulminea e coordinata azione che culminava con la sua cattura.
Noto boss della vecchia ‘ndrangheta della vallata del Torbido il GALLIZZI Giuseppe era sfuggito all’esecuzione della Misura Cautelare in Carcere emessa nei suoi confronti in data 31.05.2011, nell’ambito del Procedimento Penale in oggetto indicato, inerente una maxi operazione antimafia denominata “MINOTAURO”, in cui venivano eseguite ben 150 Ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere emesse nei confronti di esponenti dei gruppi criminali ‘ndranghetistici inseriti nei “locali” piemontesi, gravemente indiziati del delitto p. e p. dall’art. 416 bis co. I, II, III, IV e V c.p. per aver fatto parte, insieme ad altre persone allo stato non ancora individuate, dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, operante da anni sul territorio piemontese ed avente propri referenti con le strutture organizzative insediate in Calabria (tra questi, COMMISSO Giuseppe, “u mastru” da Siderno, MARVELLI Giuseppe, SCALI Rodolfo, BRUZZESE Carmelo e TASSONE Rocco Bruno), costituita da nove articolazioni territoriali denominate “locali” e da una struttura-funzione denominata “crimine” (tutte coordinate da CATALANO Giuseppe, recentemente suicidatosi a Torino).
La compagine, caratterizzata dalla presenza per ciascun “locale” di organismi di vertice (“capo locale”, “capo società”, “mastro di giornata”…) e di affiliati subordinati, è ripartita in due compartimenti denominati “società maggiore” e “società minore” nonché da un’articolazione territoriale denominata “BASTARDA”, propaggine distaccata della “società” di Solano (RC).
In particolare, in sede di indagini, nel trattare il “locale” di San Giusto Canavese, era stato affrontato il tema del comando, stante l’avvenuto avvicendamento tra ROMEO Natale e FAZARI Giuseppe. Anche in questo caso, come in quelli riferiti agli altri “locali”, era determinante l’intervento delle massime cariche della ‘ndrangheta che avevano tolto “il bastone” del comando a ROMEO Natale intorno al mese di marzo del 2008 per consegnarlo a FAZARI Giuseppe, a causa dei ripetuti richiami che ROMEO aveva ricevuto dai vertici dell’organizzazione per via della sua cattiva gestione della articolazione territoriale.
Quella situazione provvisoria aveva termine verso la fine del mese di aprile successivo, quando ROMEO Natale riassumeva il comando del locale grazie all’intervento di BARBARO Giuseppe.
Orbene, in relazione all’indicato avvicendamento un ruolo particolare era stato svolto da GALLIZZI Giuseppe. Il fondamentale contributo da parte di quest’ultimo nell’avanzamento in grado di FAZARI Giuseppe lo si desumeva, infatti, dal contenuto delle conversazioni ambientali registrate all’interno delle autovetture in uso a soggetti indagati nel medesimo Procedimento Penale che confermavano il suo ruolo che era sicuramente da individuare ai vertici della ‘ndrangheta calabrese.
Innumerevoli i precedenti che il GALLIZZI Giuseppe, di professione allevatore di bestiame, ha raccolto nel corso dei suoi trascorsi criminali che partono dal lontano 1969 per giungere fino ai nostri giorni, nei quali lo stesso appare ancora dedito ad illecite attività criminali, come le estorsioni, il traffico di sostanze stupefacente ed altri reati riconducibili all’appartenenza alla cosca della ‘ndrangheta facente capo a Toto’ URSINO.
Alla cattura del GALLIZZI Giuseppe, si giungeva dopo ben 10 mesi di estenuanti indagini portate a termine da parte degli Investigatori del Commissariato di P.S. di Siderno e della Squadra Mobile di Reggio Calabria nell’ambito delle attività finalizzate alla cattura dei numerosi latitanti gravitanti nella locride disposte dal Questore di Reggio Calabria dr. Carmelo CASABONA e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
Dopo le formalità di rito il GALLIZZI Giuseppe veniva tradotto pressola Casa Circondariale di Locri a disposizione dell’A.G. procedente.
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