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Sessantaquattro rinvii a giudizio e 12 a processo con rito abbreviato: lo ha deciso il gup di Reggio Calabria nei confronti di presunti boss e affiliati alla cosca Pesce di Rosarno, che ieri è stata colpita da un sequestro beni per 190 milioni di euro. Tra le parti civili figurano il ministero dell’Interno, la Regione, il Comune di Rosarno.
Ha scelto l’abbreviato il latitante Francesco Pesce, ritenuto il reggente della cosca. Tra i rinviati a giudizio c’è la pentita Giuseppina Pesce, figlia del boss Salvatore, che ha annunciato di voler interrompere la collaborazione.
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