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I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, collaborati da personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, dell’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia e da militari delle province sopra menzionate, hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su conforme richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione abusiva di armi, ricettazione, favoreggiamento personale, danneggiamento seguito da incendio, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, violazione di disposizioni per il controllo delle armi ed in materia di armi clandestine, detenzione di stupefacenti, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Il provvedimento è stato emesso nell’ambito del medesimo procedimento penale, coordinato dalla Procura Distrettuale e le cui indagini sono state condotte dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova sin dal novembre 2013, che ha già portato:
— all’arresto di 8 persone, al sequestro di oltre 1 chilogrammo di cocaina ed al rinvenimento di numerose armi e munizioni;
— il 15 dicembre 2015 all’esecuzione di un Decreto di Fermo e l’8 gennaio 2016 di un’Ordinanza di Custodia Cautelare rispettivamente nei confronti di 36 e 29 persone, oltre al sequestro preventivo di beni mobili, immobili e conti correnti per un valore complessivo di circa 400.000 euro.
In particolare le indagini, che si sono avvalse anche delle propalazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di delineare gli assetti dell’organizzazione criminale nonché di acclarare l’appartenenza degli indagati, anche con ruoli di vertice, alle cosche “PETULLÀ”, “LADINI” e “FORIGLIO”quali articolazioni autonome dell’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico nota come locale di Cinquefrondi, operante nel territorio dei comuni di Cinquefrondi e Anoia con ramificazioni in tutta la provincia ed in varie altre province.
L’attività della cosca, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, era finalizzata al controllo ed allo sfruttamento delle risorse economiche della zona mediante il compimento di una serie indeterminata di delitti in materia di armi, esplosivi e munizionamento, contro il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, in materia di commercio di sostanze stupefacenti, nonché delitti volti ad acquisire direttamente e indirettamente la gestione e/o il controllo di attività economiche, in particolare nel settore degli appalti boschivi, ed ogni altra attività illecita.
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