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All’esito di articolate e complesse indagini di Polizia Giudiziaria eseguite dai Finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia e dei Gruppi Aeronavali di Taranto e Messina, la Guardia di Finanza ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto e tradotto nella casa circondariale di Arghillà (RC) i tre marittimi ucraini, che conducevano la nave Karusel carica di migranti, intercettata in data 18 aprile 2016 dai mezzi aeronavali delle Fiamme Gialle, al largo delle coste calabresi, diretta verso l’Italia.
Gli elementi investigativi forniti dalle Fiamme Gialle a supporto dell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina consentivano al GIP di Reggio Calabria di confermare il carcere per i tre soggetti.
I migranti di origine del Corno d’Africa e del Medioriente giungevano nel porto di Reggio Calabria nel primo pomeriggio del giorno 19 aprile 2016, a bordo di un pattugliatore della Guardia di Finanza mentre la nave con cui avevano intrapreso il viaggio, scortata da altri due guardacoste del Corpo, giungeva a Reggio Calabria nelle prime ore del giorno 20 aprile.
Il comandante e i due marinai ucraini, si sono resi responsabili di aver trasportato illegalmente 65 stranieri, 23 donne di cui 3 in stato di gravidanza e 19 bambini, verso il territorio dello stato italiano.
La stessa nave è risultata priva di qualsiasi dispositivo di sicurezza individuale e collettivo per le persone trasportate le quali, durante il viaggio durato circa due giorni, non hanno ricevuto né cibo né acqua.
I migranti sarebbero partiti a bordo della motonave Karusel da una spiaggia greca con dichiarata destinazione Italia.
Proseguono gli approfondimenti d’indagine, da parte delle Fiamme Gialle, per individuare l’organizzazione che, con tale modus operandi, lucra sul trasporto di persone che fuggono da paesi in guerra.
La lotta ai traffici illeciti perpetrati via mare, condotta dalle componenti aeronavali della Guardia di Finanza, compreso il contrasto all’immigrazione illegale, mira soprattutto alla salvaguardia della vita umana e ad evitare ulteriori tragedie, come i recenti naufragi testimoniano.
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