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Dopo aver attentamente studiato quanto sta accadendo circa l’assegnazione del canile comunale di Mortara, demandando alla competente autorità giudiziaria la risoluzione del ricorso pendente dinnanzi al TAR, da candidato a Sindaco della Città e da cittadino stanco di essere vittima dei raggiri legali di chi dovrebbe amministrarci, non ho intenzione di tacere sulla vicenda. A quanti obietteranno altre priorità, mi permetto di suggerire di verificare quanto fatto e proposto in questi anni su questioni quali ndrangheta, trasparenza e bilanci, lavoro ed assunzioni, rifiuti ed inquinamento, acqua, trasporti, turismo, agricoltura, società miste, assistenza a chi non ce la fa, ecc., ecc.. Ciò premesso, va chiarito un concetto.
Il rispetto delle regole, ossia l’osservanza del c.d. “principio di legalità”, è indubbiamente la sola condizione per parlare e ragionare in termini legalitari. Questa fondamentale regola, nella vicenda del canile, impone, come normalmente avviene, il congelamento di qualsiasi procedura d’assegnazione fin tanto che il ricorso non verrà discusso. La ratio di tale elementare accorgimento, fosse solo di natura etica, consiste nel fatto che la procedura d’assegnazione impugnata possa contenere dei vizi, cioè delle irregolarità che finirebbero, tra l’altro, con il rendere inadeguato il servizio che con la stessa assegnazione si dovrebbe garantire, ossia il contrasto al randagismo, la cura degli animali e la loro “ricollocazione” presso coloro che intenderanno adottarli. Fino ad oggi, tale servizio è stato assicurato dai volontari dell’associazione “Dacci una Zampa”, coloro che hanno denunciato alla Magistratura gravissime irregolarità nella gestione dell’assegnazione del canile, a loro dire turbata da conflitti di interesse ed anomali eccessi di ribasso.
Questo gruppo di volontari, vista l’inerzia dell’amministrazione comunale nel frattempo commissariata per contiguità con la ndrangheta, al solo fine di poter garantire gratuitamente il servizio da sempre reso e dopo aver informato tutte le autorità coinvolte, ha iniziato ad utilizzare il canile di Mortara per lo scopo per il quale è stato progettato e realizzato. Oggi, paventando comode ed ipocrite ragioni che solo formalmente hanno origine dal su esposto principio di legalità, non meglio definite forze amministrative spingono per lo sgombro del canile, come se i volontari di “Dacci una Zampa” fossero degli imprenditori in odor di ndrangheta che sfruttano il canile per progetti, sovvenzioni, finanziamenti ecc., ecc., ecc.; logiche, queste, appartenenti a ben noti protagonisti del trascorso modello e non ad un gruppo di volontari storici della nostra Città. Forse qualcuno starà pressando i Commissari affinché, in barba alle decisioni che l’Autorità Giudiziaria intenderà adottare circa il ricorso pendente, compiano una scelta di natura esclusivamente politica, visto anche il periodo di campagna elettorale. Tuttavia, se tale scelta venisse compiuta, sarebbe la prima ed unica decisione della triade ad avere un’evidente matrice politica, prima ancora che burocratico-amministrativa.
La prima ed unica decisione di tale natura, assunta proprio in campagna elettorale. Mi auguro che le preoccupazioni prima esternate rimangano tali, ma qualora così non fosse, anch’io sarò al fianco dell’’associazione “Dacci una Zampa”, anzi, sarò uno degli scudi messi a loro protezione.
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