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Riceviamo e pubblichiamo:
Il Governatore della Calabria, dopo lunghi mesi di silenzio sul tema, ha parlato.
Dopo il “tavolo romano” che ha ottenuto dal Governo l’ingannevole palliativo di una proroga di sei mesi per le società miste, Scopelliti tenta, annaspando affannosamente, di indicare probabili soluzioni per la Multiservizi, cui neppure la proroga può essere ormai concessa, essendo in avanzata fase di liquidazione.
Il Governatore propone un contorto e confuso percorso, che tutto lascia intravedere tranne che una seria e concreta soluzione per i servizi che venivano erogati da tale società e per il mantenimento dei livelli d’occupazione.
Infatti, l’ex sindaco di Reggio (sotto la cui gestione si è prodotta l’infiltrazione mafiosa nella Società, senza che lo stesso abbia mai svolto una apprezzabile attività di controllo e di contrasto) chiede “una tutela quasi totale dei livelli occupazionali”, fornendo una prospettiva per i soli 5 (cinque!) ex dipendenti Comunali che potrebbero rientrare nell’ambito dell’Amministrazione di Reggio Calabria.
Peraltro, si affida alla Consip per trovare una soluzione al mantenimento di tutti i servizi già svolti dalla Società in liquidazione, con l’unica precisazione che non auspica lo spacchettamento delle attività di cui pure si era fatto paladino, nel settembre scorso, il suo sostituto (rectius successore) alla guida del Comune Demetrio Arena.
Ma è in grado la Consip di gestire direttamente un’attività così variegata come quella in oggetto? Oppure il Governatore chiede soltanto, attraverso il suo Amministratore delegato, lumi su come riorganizzare un’attività di questo tipo?
Si continua a perdere tempo e non se ne comprende la ragione, come non si comprende quali storture si vogliano occultare né quali interessi (di natura pubblica o privata?) si vogliano tutelare.
Rinviando sempre le soluzioni si sta già costruendo, anche per le altre società miste del Comune, la medesima sorte di Multiservizi, che porterà certamente alla gestione privata di tutte le attività comunali, con buona pace del diritto dei cittadini ad avere servizi di qualità a costo ragionevole e dei lavoratori a godere di un contratto dignitoso e garanzie di continuità occupazionale, nonostante le vuote promesse di “protezione” da parte di coloro che hanno determinato il disastro economico della città di Reggio Calabria.
Non si comprende come mai pubblici amministratori rinneghino la capacità dell’Ente pubblico di gestire, attraverso Aziende Speciali Comunali, i settori chiave della vita della nostra città.
Eppure, malgrado la deriva sempre più insistente di tutto il Paese verso l’iniziativa privata (panacea di tutti i mali), permangono, nel nostro ordinamento giuridico, gli Enti pubblici economici e le Aziende speciali comunali che si ispirano a principi di economicità, efficienza ed economicità. In Italia, tuttavia, c’è un’inversione di tendenza e diverse amministrazioni stanno applicando le medesime soluzioni da noi proposte, anche per dare seguito alla volontà popolare espressasi con il referendum del 2011.
Da noi, invece, si continua a tentare di amministrare l’emergenza attraverso dilazioni e vaghe rassicurazioni, spacciando, tra l’altro, per proposta, un’idea “che comunque necessita di valutazioni giuridiche e amministrative”. Dopo anni di crisi in questi settori, viene fuori con tutta evidenza l’incapacità politico-amministrativa di chi, in queste settimane, con i propri fragili proclami, fa rimpiangere il silenzio osservato nei mesi precedenti.
Comitato “Ripariamo dai Servizi pubblici”
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