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Con i Bronzi ci si riprova sempre; è una sorta di “amore ossessivo” e non passa anno in cui non arrivi un “illuminato” che sfrutti qualche grande manifestazione per tirare fuori sempre la stessa identica proposta: non “portarli in giro per il mondo” ma “levarli via da Reggio” .
Succedeva anche in tempo greco che i romani saccheggiassero la città delle sue statue; è un vizio millenario questo.
La questione attira sempre molta attenzione e spacca l’opinione pubblica nelle solite due fazioni del Sì e del No.
Nascono fiumi di riflessioni di natura tecnica e socio-culturale per non dire di campanilismo vero e proprio, di “tifoseria”.
Nessuno tuttavia vuole affrontare la situazione in modo radicalmente “organico” e risolutore facendo perdere di vista l’aspetto più importante che è causa ed effetto di questa cecità su tutta la realtà cittadina.
I Bronzi sono quasi “trincerati” nel Museo perchè Reggio manca, di fatto, di un vero progetto di valorizzazione dei suoi Beni culturali e del suo territorio; di un “Sistema Cultura” integrato che comprenda ogni realtà di rilievo nel settore e la adegui qualitativaemnte alla loro presenza.
Fuori dal Museo c’è una città decadente e priva dei più elementari servizi; in più è una città brutta ( si pensi solo al vergognoso rudere del Roof Garden).
Teatri , Monumenti , Accademie, Giardini, Scavi , Biblioteche e Musei dovrebbero appartenere ad un’unica rete e percorso che proponessero e promuovessero questo patrimonio in modo organico al turista o allo studioso assieme a “pacchetti integrati” di soggiorno cittadino.
Creare “economia-turistica” è una scienza che parte dalla cura dei Beni che generano questo indotto.
La responsabilità è assolutamente istituzionale e coinvolge trasversalmente Regione, Provincia e Comune oltre che le Sovrintendenze.
Non vi è stato mai nè un piano regionale nè locale di valorizzazione fattiva del nostro patrimonio, anzi non vediamo l’ora spesso di disfarcene (vedi Miramare e Villino Benassai) o, addirittura, di distruggerlo ( vedi Arena lido o Castello Aragonese).
I Bronzi non si devono muovere non per una forma bieca e bigotta di provincialismo o per chissà quali problemi tecnici; non lo si deve consentire perchè viene scardinato il primo e più forte elemento su cui strutturare una pianificazione culturale e socio-economica della città.
Le Statue sono il simbolo più prestigioso di Reggio e riscattano la città e le sue brutture con la loro semplice presenza dentro il Museo.
Diventano un modello permanente di riferimento per ogni slancio culturale locale che in essi trova conforto quasi fossero delle “sentinelle” o dei “garanti” di quella Bellezza e di quell’Armonia che è appartenuta a questa terra ma che ora è andata persa.
I Bronzi non sono solo delle “statue” ma vengono percepite a tutti gli effetti come due “divinità”: Reggio è legata a loro quasi da sentimento religioso alla stregua del “Quadro della Madonna”.
E’ dunque vero che Reggio non dia loro il giusto valore ma i Bronzi danno valore a Reggio ; ecco perchè spostandoli ci si sente offessi e feriti in un senso profondo di sacralità.
Francheschini piuttosto ci aiuti a recuperare gli altri “nostri” reperti in giro per il mondo; investa le risorse necessarie per la valorizzazione o l’effettuazione degli scavi archeologici ( si pensi alla “città nascosta” che abbiamo sotto i piedi); aiuti a completare i lavori per l’Arena Lido e per i Teatri cittadini periferici lasciati incompiuti; ci sostenga per ridare lustro al nostro magnifico Teatro Comunale.
Questo dovrebbe fare un Ministro ai Beni Culturali degno di tale nome e non sponsorizzare il trsferimento delle icone massime della “spiritualità” culturale. Di un’intera comunità
Reggio si riprenda se stessa.
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