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Non passa giorno che non vi sia un aggiornamento sullo stato precario dell’unica Azienda pubblica rimasta in città: l’Atam.
Sembra di fatto la “cronaca di una morte annunciata” che nasconde ombre gestionali che sembrano portare tutte ad un unico capolinea: il Fallimento.
Possibile mai che elementari accorgimenti non siano mai stati adottati in questi anni? Esubero di persone dentro gli uffici e personale insufficiente, paradossalmente, per le riparazioni dei Bus ( è di questi giorni la notizia che circa la metà son fermi per questi motivi) che sono state per anni , guarda caso, “esternalizzate” con costi “antieconomici”.
Chi ha voluto ciò? Perché la città deve pagare ancora le scelte indegne di amministratori incapaci?
A gennaio la Regione, in risposta alla bocciatura del Piano dei Trasporti Locale, aumenta i biglietti del 30% annullando le “tessere omaggio” per gli ultrasettantenni dimostrando ancora una volta la sua totale inadeguatezza rispetto alla pianificazione globale del settore in calabria ma soprattutto rispetto ad Atam a cui ancora deve milioni di euro arretrati.
L’Assessore ai Trasporti aveva garantito, con impegno solenne, la risoluzione di tutta la vicenda corrispondendo il dovuto pregresso alla nostra Azienda ed impegnandosi finanche a reintrodurre entro marzo le “tessere gratuite” dopo verifica oggettiva del reddito degli aventi diritto; cosa mai avvenuta.
Ad oggi ai dipendenti mancano alcune mensilità, gli abbonamenti gratuiti non sono stati reintrodotti e l’Atam rischia ancora il tracollo.
I Dirigenti per caso , in tutti questi mesi, si sono mai negati o ridotti il loro stipendio di migliaia di euro o pagano solo i “poveri cristi”?
Se la situazione è così perché non si adottano scelte radicali ma logiche? Una riorganizzazione interna del personale, il reinserimento dei “bigliettai” di linea ( ogni giorno si perdono migliaia di euro per gente che non paga) ma soprattutto la gestione diretta dell’Azienda da parte dei dipendenti stessi e dei cittadini!
“Azionariato diffuso e pubblico” perché rimanga nostra e non si favoriscano sottilmente interessi di qualche privato pronto a rilevare un ‘eventuale Azienda messa in “saldo di fine stagione”.
Si riconosca subito una sorta “diritto di prelazione” (in caso di svendita) agli stessi dipendenti che vantano crediti ripagandoli in “quote aziendali” e si allarghi, con una seria campagna di promozione, l’adesione a tutti i cittadini.
I Beni ed i Servizi pubblici tali sono e tali devono rimanere.
Movimento Reggio è vicino ai disagi di utenti e dipendenti e li invita ad unirsi contro i responsabili oggettivi di questa ulteriore vergogna amministrativa ringraziando tutti coloro che, pur senza stipendio, ad oggi continuano a garantire il servizio.
Le persone prima di tutto.
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