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Riceviamo e pubblichiamo:
“Non c’è nulla di nuovo riguardo alle verifiche e ai provvedimenti richiesti dalla scrivente associazione sull’impianto di illuminazione stradale, posto sulla Ss 106 nel tratto che attraversa la contrada Oliveto di Lazzaro.
La richiesta immediatamente inoltrata al Comune di Motta San Giovanni dopo la caduta del palo elettrico avvenuta all’alba dello scorso dieci agosto, si è resa necessaria non solo perché gli impianti di illuminazione pubblica sono vecchi di decenni e compromessi dal degrado, (marciume, ruggine, ecc.) e quindi potenzialmente soggetti al collasso, anche perché alcuni impianti presentano evidenti segni di instabilità è un forte vento potrebbe farli cadere.
Infatti, nella stessa mattinata del dieci agosto sono giunti sul posto il responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale, l’Assessore all’Urbanistica, rapporti con le Istituzioni, Innovazioni Tecnologiche del Comune di Motta San Giovanni, un agente del Comando della Polizia Municipale di Motta San Giovanni e personale della ditta manutentrice dell’illuminazione pubblica.
Da una verifica sommaria eseguita al collarino di cemento alla base del palo posto di fronte al numero civico 80 l’addetto della ditta riscontrava che lo stato di conservazione del palo metallico all’incastro nel terreno si presentava simile a quello che aveva determinato la caduta del vicino palo e rivolgendosi ai rappresentanti comunali evidenziava Loro il rischio caduta. Appariva, quindi a parere di questo Comitato, evidente la necessità di un intervento con le modalità della somma urgenza.
E’ bene ricordare che qualche tempo addietro un altro palo di illuminazione stradale è caduto sulla via Agostino Plutino (ex via provinciale pressi ex passaggio a livello località Fornace).
Non si comprende perché nonostante sia in vigore una convenzione tra Comune e Ditta manutentrice per la manutenzione della pubblica illuminazione, queste situazioni di rischio perdurano da tempo e non vengono risolte con la dovuta urgenza. Cosa si aspetta ad intervenire? E’ inconcepibile il lassismo del Comune su questioni che attengono la pubblica incolumità dei cittadini. Pertanto o il Comune riesce finalmente ad intervenire immediatamente sui pali pericolanti segnalati oppure si cambia l’assessore, o si rescinde il contratto con l’attuale ditta manutentrice.
Intanto, mentre chi di competenza ancora rimane testimone indifferente di una minaccia all’esistenza di tutti noi, a distanza di qualche giorno dal grave episodio, una analoga situazione di rischio per la pubblica e privata incolumità si è presentata nel suddetto tratto stradale, tanto da spingere lo scorso 12 agosto la scrivente associazione a richiedere telefonicamente all’ENEL una verifica tecnica sul palo di cemento sostegno cavi, alto circa 10 metri, posto al Km 18+II della Ss 106 nell’area delimitata dal pericolosissimo spartitraffico di cemento e attiguo ad una stradella di collegamento con la sottostante via Comunale.
Infatti da qualche tempo tale struttura rappresenta un serio pericolo per la collettività poiché il degrado della stessa ha fatto venir meno le condizioni per un’efficace protezione delle armature che si sono in gran parte degradate facendo “espellere ” il copriferro, così da esporre sempre di più agli attacchi esterni il calcestruzzo armato.
In realtà il predetto palo di cemento dalla circonferenza di un metro circa variabile, presenta diffuse ed evidenti lesioni prevalentemente verticali che potrebbero evidenziare problemi di ordine statico tali, in caso di evoluzione, da potere costituire condizioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità.
Inoltre pezzi di cemento si sono già staccati finendo sull’asfalto e nella retrostante area privata (ove solitamente giocano dei bambini), mentre altri pezzi sono pronti a staccarsi e potrebbero interessare anche l’adiacente stradella.
In merito è stata inoltrata a mezzo fax segnalazione anche al Comando Polizia Municipale di Motta San Giovanni evidenziando l’opportunità di richiedere all’ENEL di estendere le verifiche anche al paolo di cemento distante qualche metro dal punto dove lo scorso 10 agosto si è verificato l’evento, atteso che all’incastro del terreno le condizioni di degrado hanno fatto espellere il copriferro e i continui allagamenti che si verificano nel tratto in questione potrebbero corrodere ulteriormente il ferro e provocare, nel tempo, la caduta della struttura.
La suddetta richiesta è stata recepita prontamente dal Comando Polizia Municipale, che desideriamo ringraziare per essersi da qualche tempo dimostrato sensibile ad alcune problematiche rappresentate dalla scrivente associazione concernenti la salvaguardia della salute e dell’incolumità pubblica.
E’ inconcepibile che una importante struttura, posta su una strada pubblica possa nel tempo raggiungere condizioni di così grave degrado senza che gli Enti che manutengono l’opera se ne accorgessero.
Non solo, ma dinanzi al profilarsi di nuovi pericoli per la pubblica e privata incolumità ci saremmo aspettati che i proprietari o gestori delle strutture che determinano l’effettivo pericolo prendessero subito atto della grave situazione segnalata e con senso di responsabilità provvedessero agli interventi di controllo e di messa in sicurezza degli impianti pericolanti. Con riferimento a quest’ultimo episodio si doveva intervenire per eliminare quantomeno l’imminente pericolo ovvero rimuovere quelle parti di cemento pronti a staccarsi.
Dai fatti di cronaca quotidianamente riportati dagli Organi d’informazione emerge sempre in modo più chiaro che prima deve accadere il tragico evento e poi si provvede. A tal proposito giova richiamare alla mente, tra le tante, la tragedia che si è consumata in questi giorni, non è la prima, ma speriamo che sia l’ultima, nel campo rom abusivo di Roma, dove il piccolo Mario di tre anni è morto carbonizzato.
E così, purtroppo, ancora una volta si è intervenuti soltanto dopo la tragedia demolendo le baracche abusive del campo nomade. Di fronte ad una morte così atroce non può consolare l’iniziativa intrapresa da qualche tempo dal Comune di Roma con il progetto piano nomade, che prevede la chiusura di tutti gli insediamenti abusivi presenti in città e la realizzazione di nuovi villaggi autorizzati e totalmente controllati. In una società civile e avanzata, qual è la nostra, le tragedie, quantomeno quelle tragedie che dopo l’evento si prende coscienza potevano essere evitate non debbono assolutamente più accadere.
Certo che se a Roma si piange, altrove non si ride. Perciò è necessario da parte di tutti, non solo delle amministrazioni locali, un cambiamento di mentalità, avere la cultura della prevenzione. E se pur vero che la prevenzione ha dei costi, è altrettanto vero che con la prevenzione abbiamo tutto da guadagnare, mentre porre rimedio alle tragedie ha dei costi certamente maggiori, sotto ogni punto di vista.”
Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto”
rappresentato da Vincenzo Crea
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