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Oggi, è un mese che di Francesco, l’operatore di Emergency rapito a Nyala in sud Darfur, non si hanno notizie se non quelle che trapelano dal governo sudanese.
Ufficialmente la famiglia Azzarà/Legato mantiene il silenzio stampa, le rassicurazioni sul suo stato di salute provengono da Emergency che, per bocca di Gino Strada e di sua figlia Cecilia, rispettivamente leader e presidente dell’associazione, hanno dichiarato di aver avuto un contatto che fa ben sperare.
Questo comitato, nato con lo scopo di tenere alta l’attenzione sul caso, ha già posto in essere alcune iniziative sul territorio nazionale, trovando il giusto sostegno di istituzioni, sindacati, politici, associazioni, società sportive e semplici cittadini che hanno voluto manifestare la propria solidarietà riprendendo l’appello “FRANCESCO LIBERO”.
Ringraziamo, sinceramente, quanti hanno già sposato la causa di Francesco.
In questi giorni siamo particolarmente riconoscenti all’Associazione dei Portatori della Vara di Santa Maria Madre della Consolazione di Reggio Calabria, agli scout, a don Nuccio Cannizzaro e all’Arcivescovo mons. Vittorio Mondello.
Non possiamo, tuttavia, nascondere la delusione per come gli organi d’informazione si stanno occupando di questo sequestro che alcuni, sbagliando, continuano a definire anomalo, mentre noi indichiamo come un atto ingiusto nei confronti di un ragazzo speciale.
Venerdì scorso, senza alcun scrupolo, senza considerare le devastanti conseguenze provocate all’interno di una famiglia già provata da un’attesa estenuante, senza avere alcuna certezza se non il desiderio di non “bucare” la notizia, in molti hanno riferito di “un sanguinario blitz per liberare Francesco Azzarà”, per poi tacere sulle smentite giunte dalle autorità competenti.
Oggi, che decorre il mese di prigionia per Francesco, ci saremmo aspettati titoli in prima pagina, editoriali, approfondimenti, reportage, trasmissioni televisive monotematiche e tanto altro ancora…..invece, invece niente: il sequestro non è più una notizia.
Spiace constatare che per conquistare le pagine più importanti, dei giornali più letti, ci venga chiesto di polemizzare con qualcuno, di schierarci contro questa o quella autorità, di prendere una posizione politica, di denunciare incapacità o negligenza, di alzare barricate.
Oggi, da noi contattata dopo l’audizione presso la Commissione Straordinaria Diritti Umani, Cecilia Strada ha meglio spiegato la portata delle sue dichiarazioni che, a differenza di quanto poi riportato da alcuni lanci di agenzia del pomeriggio, volevano solo riprendere quanto già comunicato a Firenze mercoledì scorso.
Noi, che di Francesco possiamo definirci amici, vogliamo che riconquisti la libertà perduta, che torni a viaggiare con il suo zaino per poi trascorrere le serate a raccontare degli aneddoti, con quel suo modo di fare, sempre anticonformista, carismatico.
Il nostro gruppo facebook ha quasi raggiunto i quattordicimila iscritti, il sito internet www.francescolibero.it si sta ampliando e, presto, sarà possibile scaricare foto, locandine, modelli di lettera/mail/SMS da inviare a siti istituzionali, autorità, associazioni, redazioni giornalistiche.
Non risparmieremo alcuno sforzo, incalzeremo ancora tutte le autorità competenti perché massimo sia l’impegno per liberare Francesco nel più breve tempo possibile. Se sarà necessario, intraprenderemo anche iniziative forti per urlare, con ancora più voce, “FRANCESCO LIBERO ! ”.
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