Motta San Giovanni (RC), Possibile ampliamento discarica rifiuti solidi urbani situata in località Comunia di Lazzaro

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Discarica a Lazzaro

Attraverso gli Organi d’informazione siamo venuti a conoscenza che in questi giorni  presso l’Ufficio del Commissario per l’Emergenza rifiuti in Calabria di Catanzaro si è tenuto un vertice, finalizzato alla messa in sicurezza, bonifica e ampliamento della discarica di RSU di Lazzaro del Comune di Motta San Giovanni.

In tale sede l’Assessorato all’Ambiente regionale ha manifestato la disponibilità a finanziare una strada d’accesso alla discarica alternativa all’attuale percorso. Al momento non si conosce quale sarebbe questo percorso alternativo. Ma visto l’ubicazione della discarica e le problematiche della Ss 106 riteniamo che a meno che non si effettuino interventi posticci di adeguamento della viabilità esistente non si possano intravedere soluzioni che evitando il centro urbano si possa giungere all’attuale sito della discarica, considerando nel contempo l’esigua larghezza della sede stradale a partire dal cimitero di Lazzaro.

Diamo atto alle Istituzioni interessate che finalmente, dopo tante insistenti segnalazioni, si stia prestando la giusta attenzione ad una delle due  problematiche ambientali in località Comunia che minacciano la salute e l’incolumità della collettività ovvero la bonifica e messa in sicurezza della discarica comunale di RSU, l’altra riguarderebbe l’attiguo impianto di compostaggio, le cui tematiche non hanno  ancora suscitato il giusto interessamento.

A parere dello scrivente Comitato, come in altra occasione ribadito,  sarebbe inopportuna la riapertura della discarica di Lazzaro, perché le attuali condizioni del sito ne attestano la scarsa idoneità alle funzioni che sarebbero rinnovate dopo circa 7 (sette) anni dalla chiusura. Infatti il sito in questione, intercluso tra il torrente Oliveto e il torrente Saetta, si trova allocato a quota 160 mt circa e a circa 1000 mt dal centro abitato di Lazzaro, con il fronte lato mare che si attesta ad un fosso idraulico confluente al torrente Saetta, il cui alveo attraversa il centro urbano.

Dalla lettura delle carte geologiche si rileva la presenza di uno strato argilloso per il quale in assenza di  indagini  dirette non è possibile definire  lo spessore, le litologie più abbondanti sono quelle ad elevata permeabilità e la situazione geologica non sembrerebbe perfettamente idonea per una discarica.
Per quanto detto riteniamo che le funzioni della discarica di Comunia debbano essere ritenute concluse, e nella remota fattispecie che l’amministrazione comunale dovesse riscontrare la disponibilità per tali funzioni, ovvero se l’Ente comunale  dovesse garantire il ricevimento di altri rifiuti per avere i fondi necessari per la bonifica e la messa in sicurezza dell’impianto  sarebbe auspicabile che  fosse individuato altro sito supportato dalle constatazioni logistiche, ambientali e di sicurezza che l’attuale normativa richiede.

Si potrebbe proporre  la riapertura della discarica di Motta San Giovanni situata in località Don Candeloro, che tra l’altro non richiederebbe utilizzo di risorse economiche per realizzare la strada d’accesso all’impianto, atteso che lo stesso è situato a pochi metri dalla strada Lazzaro Motta. A tal proposito si chiede  perché è stata chiusa la discarica di Motta, visto che non risulterebbe indicata nell’ordinanza sindacale la durata massima dell’esercizio e i quantitativi massimi di rifiuti da conferire? Perché non si è provveduto alla bonifica e messa in sicurezza di tale impianto che risulterebbe essere stato utilizzato anche per il conferimento  di materiali inerti e rifiuti speciali?  Sono stati stanziati dei contributi per tale intervento? In caso affermativo che fine hanno fatto?

Un inquietante interrogativo da  oltre un decennio assilla lo scrivente. Siamo sicuri che presso le discariche di Motta San Giovanni Candeloro e di Lazzaro Comunia non siano stati nel tempo e  ancora oggi, scaricati rifiuti radioattivi e ospedalieri?

Comunque considerato che viene prevista una attività di bonifica e messa in sicurezza attraverso procedure di cui disconosciamo la metodologia, ci si chiede se non sia il caso di svolgere attività parallele e ispettive che possano escludere passati occultamenti o depositi di materiali  pericolosi alla salute, quali materiale radiologico e quant’altro che vada ad inquinare eventualmente le falde acquifere.

Non sarebbe il caso di fare dei testi sulla qualità dell’ acqua dei pozzi circostanti o qualora questi fossero insufficienti effettuare delle perforazioni ad “hoc” fino a raggiungere le falde acquifere che potrebbero entrare in relazione con la discarica?

Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto”
Rappresentato da Vincenzo Crea
Via Nazionale 92 – 89062 Lazzaro di Motta San Giovanni
Tel. 349-4090168

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Author: Consuelo

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