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Non sarebbe esagerazione definire la situazione della depurazione delle acque, della rete fognante e del mare una bomba ecologica. Tuttavia mentre appare sempre più indispensabile un urgente intervento per il rifacimento della obsoleta e fatiscente rete fognaria, in molti tratti il tessuto urbano ne è privo, l’interesse di chi governa questo territorio è rivolto allo spostamento dell’impianto di depurazione di San Vincenzo. Perché di questo si tratta, atteso che l’opera progettuale si presenterebbe priva di totale copertura finanziaria per la realizzazione di un Nuovo Polo depurativo.
A tal proposito si richiama l’attenzione sulla compatibilità della soluzione progettuale con le Norme di Attuazione PAI.
Quindi, nell’ordine:
1. Le eccezioni e) e g) all’art.21 NTA PAI, non appaiono caratterizzare l’intervento contenuto nel progetto, in particolare non si configura il carattere di non delocalizzabilità dell’opera, tantomeno l’intervento può considerarsi inquadrabile come un intervento idraulico volto alla messa in sicurezza;
2. Il modello di analisi idraulica è esteso ad un tratto d’asta limitato a poco più della parte in affiancamento alla strada ed all’area dell’impianto e non comprende i viadotti della SS106 e della linea ferroviaria;
3. Nello studio idrologico idraulico non è fatto alcun cenno al tema del trasporto solido che in una fiumara come l’Oliveto è sicuramente un aspetto molto significativo della dinamica fluviale.
4. Infine, lo scavo al piede del versante previsto sia per la costruzione della strada che per la creazione dell’area di ampliamento dell’impianto, potrebbe vanificare la stabilità del versante.
Dobbiamo ripetere che, a nostro avviso, non è necessario la costruzione di un nuovo polo depurativo, ma la messa a norma degli impianti esistenti. Comunque qualora l’Ente competente ritenesse assumere questa grossa responsabilità e sostenere tale onerosa spesa, il cui intervento potrebbe dare un risultato non sicuro ed attendibile anche perché il progetto non si presenterebbe evoluto, dovrà comunque, a nostro avviso, provvedere, come anzidetto, anche al rifacimento dell’intera condotta fognaria.
E’ paradossale che tre depuratori nel giro di poco spazio non riescono a mettere a frutto il servizio per cui sono stati costruiti ed appare strano che nel progetto di realizzazione del nuovo depuratore non sia stato fatto un quadro economico comparativo con la messa a norma degli impianti esistenti e relativo funzionamento.
Ancor più strano appare il comportamento dell’Amministrazione comunale che sebbene nel 1996 abbia dato incarico, impiegando soldi dei cittadini, all’ingegnere Domenico Rinaldo, di verificare lo stato di funzionamento dell’impianto di depurazione di San Vincenzo, non ha tenuto in considerazione le varie soluzioni proposte nella relazione tecnica che avrebbero garantito la piena funzionalità dell’impianto.
Non bisogna dimenticarsi che il depuratore di Motta San Giovanni continuerebbe, chi sa per quanto tempo ancora, a scaricare quotidianamente tonnellate di liquami e schiume inquinanti nel corso d’acqua del torrente Oliveto, continuando a determinare un costante pericolo per la salute umana e pregiudizio e per l’ambiente, atteso che soltanto in una seconda fase, se la Regione Calabria finanzierà le restanti opere si provvederebbe all’adduzione dei liquami all’Oliveto e alla demolizione dell’attuale impianto.
A nostro avviso, appare chiaro che la realizzazione della nuova infrastruttura non risulta essere coperta da finanziamento che comprenda l’intera opera e quindi verosimilmente potremmo ricadere in uno scenario che non modifica l’attuale sistema di depurazione, quindi tanto vale pensare, come sopra detto, ad utilizzare la somma disponibile per l’adeguamento degli attuali impianti, e, cosa di pari rilevanza, il RIFACIMENTO ED IL COMPLETAMENTO della rete fognaria.
Ci domandiamo se si possono fare interventi se non c’è la totale copertura che garantisca il raggiungimento dell’obiettivo finale (POLO DEPURATIVO COMUNALE) anche se la parte finanziata è definita come fase funzionale ovvero va connaturato come sperpero di denaro pubblico?
Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto”
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