Questo post é stato letto 19640 volte!
Non troviamo altre spiegazioni se non la strumentalizzazione di un’emergenza utilizzata ai meri scopi di dialettica politica, perlopiù di basso profilo, per giustificare il mancato intervento della Provincia di Reggio Calabria che dal 22 febbraio scorso lascia cumuli e macerie sulla strada che da Lazzaro conduce a Motta centro.
Nei giorni scorsi aveva provato a richiamare alle proprie responsabilità l’ente Provincia anche il consigliere comunale Vincenzo Mallamaci, così come in precedenza e anche nell’immediatezza dell’evento aveva fatto il Sindaco Laganà. Purtroppo ad oggi nulla si è mosso, tranne i soliti annunci di costruzione di opere di consolidamento che la città attende da anni ma che da troppo tempo rimangono nei cassetti della burocrazia provinciale.
Da quasi un mese, dopo che un evento franoso ha invaso la viabilità provinciale, all’altezza dell’ingresso al centro abitato di Motta, gli abitanti del luogo e quanti utilizzano la strada, corrono un vero e proprio pericolo in considerazione che il voluminoso materiale invade gran parte della corsia stradale e, oltretutto, rimane sprovvisto di qualsivoglia segnalazione di pericolo: ricordiamo che la suddetta strada viene di fatto utilizzata quotidianamente da autocarri, autobus di linea e mezzi pesanti, così come è il caso di ricordare che l’evento franoso ha messo in pericolo un’abitazione civile, oltre che la sovrastante Via Calceopilo, che dal 22 febbraio rimane chiusa al transito per ordinanza sindacale.
Nell’immediatezza dell’evento era stato il Comune a rimuovere le prime macerie ristabilendone la circolazione, anche se in condizioni precarie, così come l’Ente locale chiese, per competenza, l’intervento della Provincia che a distanza di quasi un mese fa orecchie da mercante.
Oggi denunciamo pubblicamente l’atteggiamento passivo dell’ente di palazzo Foti che non solo non interviene per rimuovere il materiale franato ma che continua ad agire esclusivamente in regime emergenziale e peraltro con strumenti ordinari, con la conseguenza che quando interviene opera a “ danno consolidato “ se non addirittura irreversibile.
E che tale pratica gestionale sia un life motiv dell’ente è comprovato dalla circostanza che da anni denunciamo pericoli e criticità senza ottenere risposta alcuna né sul piano programmatico né su quello della concertazione, chiaramente negata da sterili localistiche contrapposizioni, praticate in violazione di principi sanciti da leggi dello Stato e soprattutto dal buon senso.
A pagarne le spese ovviamente sono i cittadini che si trovano, come nel caso segnalato, con una viabilità provinciale al limite dell’agibilità e con una serie di pericoli che ne pregiudicano la vivibilità: uno tra questi il versante in frana di località San Basilio, altezze case Verduci – Foti, dove un intero costone da anni minaccia le abitazioni sottostanti e la stessa comunità che in caso di evento franoso rimarrebbe isolata.
Siamo costretti a denunciare tale stato di cose perché riteniamo non accettabile un siffatto comportamento da parte di un ente cui sono affidati compiti e competenze e dopo che in questi anni l’amministrazione comunale, sostituendosi talvolta anche ad altri enti, si è prodigata affrontando emergenze ed alluvioni con un impegno straordinario e con proprie risorse sempre più esigue.
Questo post é stato letto 19640 volte!