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Prima il taglio degli investimenti, dal 12 all’8%, e conseguente riduzione del 25% della capacità dei comuni sopra i cinquemila abitanti di contrarre mutui con la cassa depositi e prestiti, ora l’ennesimo taglio previsto nella finanziaria che riduce ulteriormente i trasferimenti ai municipi.
Domenica sera, grazie alla trasmissione Report, abbiamo compreso i motivi di tali riduzioni; la cassa depositi e prestiti, ai cui vertici vi sono da VENT’ANNI autorevoli rappresentanti delle banche e della finanza italiana, riduce di un quarto la capacità dei Comuni di realizzare opere tramite accensione di mutui e nello stesso tempo destina le somme così risparmiate ai privati: e non ai poveri Cristi, agli artigiani, alle aziende in difficoltà, No! Li destina, guarda caso, alle grandi imprese italiane che, come nel caso del ponte dello stretto, il Governo Monti riempie con duecento milioni di euro quale ristoro per la mancata costruzione dell’opera.
E siccome le imprese più importanti stanno al Nord, è altrettanto chiaro, anche a noi fessi che da sempre attendiamo La manna delle infrastrutture per far decollare la nostra economia, che il Salvatore della Patria volge sempre più lo sguardo all’oltrepo.
Con questo modo di procedere il Governo centrale dovrà spiegare ai cittadini il perché nei Comuni non si apriranno più le mense scolastiche, o non sarà più possibile pagare i servizi essenziali e, a breve, perché non si riuscirà a pagare gli stipendi dei dipendenti comunali: nel 2011 il Comune di Motta San Giovanni ha avuto dallo Stato 1.328.790 euro, mentre nel 2012 gli verranno trasferiti ( chissà quando! ) 917.913,21 euro, con una riduzione di oltre 410.000 euro. E’ naturale chiedersi dove prenderemo i soldi per pagare gli stipendi ai nostri dipendenti che costano all’anno oltre un milione e centomila euro.
E’ evidente che qualcosa non funziona, così come è incomprensibile l’atteggiamento della Regione Calabria che, aldilà dei soliti proclami di efficienza, ha chiuso le casse e non paga più nessuno da mesi! Altro che trenta giorni per pagare i fornitori così come impongono le direttive comunitarie in materia di pagamenti: i Comuni sono costretti, nel silenzio generale, ad attendere lunghi tempi, talvolta anche due anni.
Settecento giorni per ottenere quattro soldi per i libri di testo 2010 e 2011, o per elargire le poche risorse assegnate agli affittuari senza reddito! Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il livello di povertà si alza sempre più e i cantieri sono fermi dappertutto e quelli avviati, com’è il caso del nuovo depuratore comunale di Lazzaro, rischiano il fermo per evidenti ragioni. Mentre i Comuni rivendicano i pagamenti, si è costretti a subire, anche grazie al silenzio assordante della Corte dei Conti, l’ennesimo rinvio del trasferimento delle risorse assegnate, fissando ben oltre il mese di febbraio 2013 la probabile data di erogazione: la motivazione? La Regione ha posto ( imposto! ) come priorità il rispetto del Patto di stabilità, senza deroga e freddamente scrive” si comunica che il contributo sarà erogato dopo che verranno superati i vincoli e i limiti previsti dalla DGR n° 388 dell’11/08/2012 ad oggetto le misure per favorire il rispetto del patto di stabilità”… e…. chi Muore Muore!
Ma tutto ciò è assurdo, anche noi potremmo fare lo stesso: diciamo ai nostri fornitori che dobbiamo rispettare il patto e, quindi, non paghiamo nessuno …. ma alle imprese, ai lavoratori e alle loro famiglie, chi ci pensa? A quei dirigenti regionali che ben sanno l’irregolarità di tale imposizione, i comuni liberi chiedono un sussulto di professionalità. Inutile parlare di concertazione, di comunicazione preventiva: Nulla di Nulla.
La Regione va avanti per la sua strada, in analogia al metodo adottato per anni nel vicino Comune Capoluogo e i risultati, purtroppo per noi tutti e per la città intera, sono sotto gli occhi di tutti. Chissà se Reggio, e con essa l’intera leadership regionale, dopo questa prima fase di naturale autodifesa, saprà essere umile, avviandosi lungo la difficile, ma inevitabile, strada della serietà e della responsabilità, condizioni essenziali per onorare pagamenti e speranze.
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