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Riceviamo e pubblichiamo:
Il Comitato spontaneo di cittadini torrente Oliveto di Lazzaro ha sempre sostenuto che da oltre vent’anni si continuano a buttare a mare delle pietruzze e con esse denaro pubblico senza raggiungere gli obiettivi prefissati. Il mare ancora una volta conferma la nostra tesi. Infatti i pennelli per l’ennesima volta non hanno retto alle ordinarie mareggiate autunnali registratesi nei giorni di mercoledi 28 e giovedi 29 novembre, molti frangiflutti sono stati dimezzati, quel poco di spiaggia presente in alcuni tratti è sparita, i ciotolini utilizzati per gli interventi di protezione costiera sono stati sparsi sulla spiaggia e in gran parte catapultati, non è la prima volta, contro l’abitato di Lazzaro vecchio posto sulla destra del torrente Saetta. Pensare che il progetto globale di difesa della costa, avrebbe dovuto dare una risposta significativa alla difesa dell’intero litorale di Lazzaro e invece ad ogni mareggiata si ricomincia. Lavori che non hanno fine. Denaro che non basta mai.
E’ vergognoso e scandaloso che si continua, specialmente in questo delicato momento storico che sta attraversando l’Italia e l’Europa, a chiedere continuamente soldi allo Stato per interventi di cui non sembrerebbe aver eseguito specifici studi di settore. Dopo la recente mareggiata non ci si è preoccupati nemmeno di procedere a una ricognizione dello stato della costa del territorio di Lazzaro, però si chiedono soldi alla regione Calabria, senza specificare gli interventi da realizzarsi e i risultati che si dovrebbero ottenere. Ricordo che finora sono stati eseguiti interventi tampone finalizzati alla protezione dell’abitato costiero, che non solo non hanno raggiunto tale obiettivo, ma secondo me hanno potuto creare indirettamente una ulteriore situazione di potenziale pericolo per la popolazione di Lazzaro, pericolo legato all’estrazione del materiale da cava da impiegare negli interventi in questione. E’ superfluo evidenziare che il territorio mottese non è una miniera inesauribile, le sue risorse sono limitate e visto che da alcuni anni assistiamo quotidianamente per le strade del paese ad una continua processione di camion che trasportano materiale estratto nel nostro territorio è legittimo domandarsi, vista la grande quantità di materiali estratti se tale azione potrebbe rivelarsi una delle cause scatenanti per generare un vero e proprio dissesto idrogeologico delle zone oggetto di intervento da parte dell’uomo.
Dobbiamo rilevare che nei nostri governanti locali si è radicata la cultura del silenzio, una cultura che va estirpata come il cancro. Bisogna avere più rispetto per i cittadini. Gli stessi devono essere informati sull’attività posta in essere dalla pubblica Amministrazione, sui risultati ottenuti, su come viene spesato il denaro pubblico. Quando non c’è trasparenza c’è sicuramente qualcosa di poco chiaro e in questo paese, specialmente in quest’ultimo decennio di luce ce n’è veramente poca. In conclusione, tanto per essere più chiari, noi non siamo contrari a finanziamenti, diciamo soltanto che la problematica si dovrà affrontare con maggiore serietà e che i futuri interventi, visti i precedenti deludenti risultati, diano risposte positive.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus
e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
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