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Riceviamo e pubblichiamo:
A RISCHIO LA SALUTE UMANA. Emergenza sanitaria e ambientale a Lazzaro determinata dai depuratori comunali dell’Oliveto, San Vincenzo di Lazzaro e di Motta San Giovanni località Castelli. Da anni i precitati depuratori comunali, sprovvisti di autorizzazione allo scarico, continuano a inquinare invadendo, nell’inerzia delle amministrazioni interessate il greto del torrente Oliveto e San Vincenzo imputridendo la spiaggia e il mare in cui si versano, provocando una violazione della protezione del vincolo sia a livello estetico/paesaggistico sia biologico/ambientale.
Nonostante le numerose segnalazioni del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto” e i numerosi solleciti rivolti dall’azienda sanitaria provinciale U.O. igiene e sanità pubblica di Reggio Calabria a provvedere in modo tempestivo e improcrastinabile a risolvere il problema, non sono stati adottati i dovuti provvedimenti risolutori. Per ultimo, in data 26 marzo e 3 maggio 2012 la prefata azienda sanitaria certificava il permanere della grave situazione igienico sanitaria alla foce del torrente San Vincenzo e nell’area del depuratore Oliveto.
Ripeteva al Sindaco del Comune di Motta San Giovanni l’urgenza dell’emissione dei provvedimenti necessari e improcrastinabili tendenti a rimuovere le cause, così eliminando gli effetti sull’ambiente e quindi sulla salute pubblica. Si deve sottolineare che oltre ai liquami, gli alvei fluviali, in particolare il greto sotto il ponte stradale e ferroviario del torrente San Vincenzo, sono interessati da rifiuti anche pericolosi (eternit sbriciolato e frantumato).
Stante il tempo trascorso non si è provveduto ad adottare i provvedimenti a tutela della salute pubblica e la situazione è peggiorata giorno dopo giorno. Siamo giunti all’esasperazione. L’aria è irrespirabile e insopportabili sono i disagi creati alla collettività, soprattutto nelle ore serali, specialmente agli abitanti della contrada Oliveto a causa dello scarico a cielo aperto nell’ alveo fluviale delle acque fognarie non depurate dall’ impianto comunale dell’Oliveto.
Le acque fognarie e le sostanze nocive in esse contenute che fuoriescono a pioggia dalle vasche alte oltre quattro metri si disperdono nell’ambiente circostante e le emissioni odorigine favorite dai venti di settentrione raggiungono le vicine abitazioni. I liquami fognari si estendono all’interno del suolo recintato ove ricade il depuratore, raggiungono a cielo aperto l’alveo fluviale del torrente Oliveto attraverso il cancello d’ accesso lato mare percorrono il greto sx del torrente in mezzo alla fitta vegetazione spingendosi sempre di più verso valle. Mentre le acque che giungono nel torrente lato Reggio in parte si miscelano con quelle torrentizie che sfociano a mare e in parte percorrono l’alveo fluviale formando un lago tra la vegetazione. Un vero disastro ambientale.
Tale stato di fatto, che ha carattere di prorompente diffusione ed espone a pericolo, collettivamente, un numero indeterminato di persone, è in atto da alcuni mesi a seguito della restituzione degli impianti agli enti comunali proprietari da parte della società acquereggine che gestiva i depuratori per conto dei comuni. E’ necessario porre in risalto che non si è a conoscenza delle sostanze che giungono al depuratore, e che fra le tante sostanze pericolose potrebbero confluire quelle chimiche detergenti che provocano il cancro, e il liquame esce tal quale da come ci è entrato. E’ necessario verificare quante fatture sono state fatte negli ultimi due anni per conferimento dei fanghi e dei liquami provenienti dalle civile abitazioni.
Non vi è dubbio sulla correttezza delle segnalazioni e sulla sussistenza dei preoccupanti pericoli segnalati da questa associazione. Ma non bisogna fermarsi a quest’ultimo importante aspetto, si deve andare oltre. Fare una forte riflessione sulle certificazioni dell’Organo sanitario ovvero del medico sanitario sui rischi che tali segnalati pericoli comportano per la salute pubblica. Si può ben immaginare il patema d’animo sofferto dai cittadini, preoccupati per le ripercussioni sulla salute, causate dalle disastrose situazioni ambientali presenti sul territorio di Lazzaro.
Il colpevole adagiarsi dell’Ente preposto ad intervenire per la messa a norma degli impianti sulla prospettiva dei lavori del nuovo polo depurativo, che sebbene se parla sin dal mese di febbraio 2003 ancora non vedono inizio, e non si sa se lo vedranno,sembra abbia rilevanza sul piano di una responsabilità omissiva.
Ed in considerazione che a seguito della deliberata inerzia della competente autorità locale si è omesso tra l’altro di esercitare i poteri sostitutivi a tutela dell’ambiente e della salute umana è più che mai necessario impedire l’aggravarsi o il protrarsi delle conseguenze dannose, soprattutto per l’ambiente e per la salute della collettività. Per tale motivo è indispensabile disporre di un provvedimento cautelare reale ordinando all’Ente competente la messa a norma degli impianti di depurazione, ex art 85 disp att. c.p.p. -Restituzione con imposizione di prescrizioni.
Resta da dire che il discorso della mancanza di fondi e dei tempi difficili più volte avanzato da molti Comuni per giustificare mancati interventi spesso non contiene una buona percentuale di verità, infatti con riferimento al piano operativo di intervento della Regione Calabria 2011 per rinnovare depuratori e impianti fognari che prevede investimenti per oltre 38 milioni di euro, soltanto 11 comuni dei 42 coinvolti hanno già pubblicato il Bando, come comunicato in questi giorni dal Presidente della Regione Calabria, dott. Giuseppe Scopelliti.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus
Responsabile e coordinatore del territorio nazionale
Area di interesse tutela dell’ambiente e del patrimonio paesaggistico
e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
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