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Con nota datata 12 agosto 2010 la scrivente associazione informava la Direzione Generale per le Infrastrutture Stradali circa la caduta del palo dell’illuminazione pubblica stradale posto al Km 18+100 della località Lazzaro, frazione del Comune di Motta San Giovanni (RC), ritenendo che a seguito dei continui allagamenti che da anni si registrano nel suddetto tratto stradale ogni qualvolta scende un po’ di pioggia, i pali metallici all’incastro nel terreno potrebbero essere stati aggrediti dalla ruggine o marciume e quindi sarebbero potute venire meno le iniziali condizioni di resistenza agli sforzi.
Al riguardo la prefata Direzione Generale ci ha trasmesso la nota del 3.11.2010 con la quale l’ANAS, nel rispondere alla richiesta di chiarimenti avanzata dalla precitata Direzione comunicava che il palo dell’illuminazione pubblica stradale, ubicato sul marciapiede ed in esso infondato insiste in un’area delimitata quale centro abitato del Comune di Motta San Giovanni, e fa parte di un impianto più ampio a gestione comunale.
In relazione poi alle infiltrazioni di acqua nel manto stradale al bivio Stazione che da tempo hanno causato un grave stato di degrado della struttura che si è manifestato con il distacco di porzioni di cemento, mentre altre porzioni d’intonaco sono pronte a cadere, trattandosi di centro abitato regolarmente delimitato, la stessa ANAS ritiene che lo smaltimento di tutte le acque rappresenta un onere a carico dell’Amministrazione comunale di Motta San Giovanni.
Per tale motivo la Direzione Generale per le Infrastrutture Stradali ha invitato la scrivente associazione a rivolgersi direttamente al precitato Comune competente in merito, come risulta dal verbale sottoscritto in data 12 agosto 2004 tra ANAS e lo stesso Comune.
Ripetiamo che ci siamo rivolti alle istituzioni Centrali dello Stato soltanto dopo avere ripetutamente attivato inutilmente gli Enti Locali, ANAS e Comune di Motta SG.
Dal contenuto della succitata risposta, a nostro avviso, emerge ancora una volta l’assurdo ed ingiustificato rimpallo di competenze tra ANAS e Comune di Motta San Giovanni, che va avanti da oltre dieci anni, e con riferimento a quanto asserito nella suddetta comunicazione riteniamo, per una corretta informazione, dover fare alcune precisazioni.
Il tratto di strada in questione è privo di marciapiede ed il palo in argomento era collocato a ridosso di un battuto di cemento realizzato da un privato sul quale è stato piantumato anche un albero. Lo stesso palo è stato fondato nel manto stradale in una canaletta abusivamente realizzata dal predetto soggetto a margine del palo stesso, tra l’altro in aderenza dei cavi elettrici di alimentazione, che impropriamente convoglia le acque piovane nella vicina cunetta di raccolta, che oltre ad avere danneggiato il manto stradale reca pericolo per l’integrità fisica delle persone. Non si comprende perché il Comune avendo preso direttamente visione della situazione, tramite l’Ufficio Tecnico, l’Assessore ai Lavori Pubblici, l’Assessore all’Urbanistica e gli agenti della polizia municipale, non abbia provveduto durante alcuni piccoli interventi recentemente eseguiti al ripristino dello stato dei luoghi.
Ritornando alla succitata comunicazione, appare strano che l’ANAS affermi che il palo era ubicato sul marciapiede. Evidentemente non è stato espletato il relativo sopralluogo. Comunque questa associazione aveva provveduto in data 14 ottobre 2010 ad inviare al Condirettore Generale Tecnico dell’ANAS una nota esplicativa accompagnata da un DVD contenente documentazione fotografica e video, dalla quale si notava in modo chiaro il punto esatto ove era collocato il palo dell’illuminazione e le immagine fotografiche cristallizzavano in modo incontestabile che l’arteria stradale durante le ordinarie piogge si trasforma in una fiumara in piena.
Si ribadisce inoltre che tutto l’impianto di illuminazione pubblica è fondato nell’asfalto e in alcuni punti nella terra, perciò è legittimo ritenere che gli allagamenti che da oltre dieci anni si verificano ad ogni pioggia abbiano potuto contribuire al crollo del palo.
In ogni modo alla scrivente associazione non interessa l’Ente preposto ad adottare i provvedimenti. A noi interessa soltanto che in questo breve tratto di strada siano rimossi al più presto i pericoli che incombono sulla pubblica e privata incolumità.
Giova, però ricordare che l’ANAS nel mese di ottobre 2002, nel tratto in questione, ha realizzato delle opere di regimazione idraulica e ultimati i lavori i funzionari incaricati dalla Direzione Generale delle Strade e Autostrade, ancor prima che si provvedesse alla delimitazione del centro urbano, certificavano, tra l’altro, che lo smaltimento dell’acqua piovana avveniva in maniera scarsamente efficace. In merito nulla è stato fatto.
Tanto è vero che dalle immagini fotografiche eseguite lo scorso 2 e 7 novembre si può ben notare, tra l’altro, che le acque piovane fuoriescono dai due tombini posti sulla SS 106, puliti pochi giorni prima, e si riversano anche sulla statale, in quanto la tubazione sottostante lo spartitraffico di cemento è di ridotte dimensioni.
Dobbiamo anche ricordare che il problema è all’origine. In realtà, l’ANAS ha realizzato la superstrada a ridosso delle abitazioni, in gran parte priva delle cunette di smaltimento delle acque piovane e la forte pendenza stradale (in gran parte monte/mare) rovescia l’acqua sui fabbricati. Non solo, ma ad onor del vero c’è da aggiungere che nei dislivelli sul fondo stradale la pioggia, come già segnalato a far data 1999, vi risiede e si formano dei laghetti artificiali, perciò è necessario il rifacimento del manto stradale e la rettifica delle quote, naturalmente oltre alla realizzazione delle cunette di smaltimento delle acque piovane.
In ogni modo, riteniamo, che qualora oggi l’incombenza ricadrebbe sul Comune, come asserito dall’ANAS, quest’ultima, visto che le acque si riversano sulla 106 e creano pregiudizio per la circolazione stradale e danni alle strutture pubbliche, dovrebbe comunque intervenire nei confronti dell’Ente inadempiente.
Per quanto riguarda invece la problematica al sottopassaggio bivio Stazione ricordiamo soltanto, che tale struttura è stata più volte resa inagibile dalla enorme quantità di acqua piovana che scende dalla collina, da quella della Ss 106 e dagli acquazzoni che facilmente raggiungono il viadotto essendo lo stesso ubicato in posizione ben disposta a ricevere la pioggia spinta dai venti di scirocco. Di conseguenza le acque vi risiedono nel sottopasso essendo lo stesso privo di un sistema di smaltimento delle acque. Pertanto appare alto il rischio di annegamento in caso di evento pluviometrico eccezionale per gli utenti della struttura e per i bambini dell’adiacente scuola elementare.
Nella suddetta nota il Condirettore ANAS afferma che si tratta di centro abitato regolarmente delimitato. Nutriamo forti dubbi sulla legittimità del provvedimento di delimitazione tant’è che con istanza del 29 maggio 2010 abbiamo chiesto alle istituzioni competenti di volerne verificare la legittimità del provvedimento.
Resta infine da dire che l’Amministrazione comunale ancora non ha provveduto ad eseguire le opportune verifiche sull’impianto generale di illuminazione, eppure sono evidenti i segni di ruggine e marciume alla base dei pali, e a ripristinare il palo caduto. Non solo dopo sette anni stiamo ancora aspettando che si provveda al ripristino delle luminarie che sono state distrutte a seguito del crollo della carreggiata lato mare della Ss 106 in prossimità del ponte stradale Oliveto, durante i lavori di scavo eseguiti nel 2003 da una ditta priva su strada pubblica.
Ripetiamo che da tempo ricorrono le condizioni per un intervento urgente ed indifferibile teso a salvare vite umane e a tutela dei beni delle persone.
Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto”
Rappresentato da Vincenzo Crea
via Nazionale 92 – 89062 Lazzaro di Motta San Giovanni
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