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“La chiesetta di San Francesco di Paola, aperta al pubblico e situata sull’omonima via, in località Cambareri di Motta San Giovanni, – scrive in una nota Vincenzo Crea, referente unico dell’Ancadic Onlus e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto” – versa in stato di abbandono e pietoso degrado, nonché in precarie condizioni igienico sanitarie, per la presenza di rifiuti e per l’umidità che ha interessato il tetto e in particolare la parete interna lato Reggio.
L’interno è in stato di rovina e crea pregiudizio per l’integrità fisica delle persone. Nonostante le condizioni proibitive della struttura gli abitanti non rinunciano ad accedervi per raccogliersi in preghiera, non si può fare altro, visto che le condizioni di degrado non permettono di intraprendere alcuna iniziativa poiché solo entrando si pone a repentaglio la propria integrità fisica. Infatti sono evidenti i segni del distacco di gran parte di intonaco lungo e dall’alto delle pareti, due tendali posti dietro l’altare nascondono i segni delle porzioni di cemento che si sono staccate.
Un groviglio di cavi elettrici penzolanti e dei rami di palma situati sotto il soffitto che di tanto in tanto finiscono sul pavimento tra lo svolazzare degli uccelli, il libro della Bibbia ed altro messale dimenticati sul leggìo. Il calice e le ampolle per la consacrazione del vino e un campanello utilizzato per segnalare ai presenti il momento dell’ostensione del pane e del vino dopo la consacrazione, abbandonati sull’altare.
Un “angelo” caduto sul pavimento, incredulo della situazione vergognosa che si è presentata ai suoi occhi indicando la via d’uscita si appresta a riprendere il volo. Tra tutto questo degrado che sicuramente ha avuto origine molti anni addietro spiccano delle sedie nuove. Se ci spostiamo poi nelle stanze comunicanti lato sud la situazione è ancora più grave. La struttura muraria presenta segni di dissesto, la parte alta di una parete è crollata, si intravedono dei goffi inutili tentativi di ristrutturazione in alto alle pareti, rifiuti sparsi in ogni angolo, cavi elettrici penzolanti. Un muro esterno di recente costruzione situato accanto alle scale d’accesso aumenta il pericolo per i passanti in quanto in alto i mattoni sono stati soltanto appoggiati.
Mentre sulla parete esterna della chiesetta lato monte, si notano vistose lesioni ed è evidente che sono venute meno le condizioni per un’efficace protezione delle armature che si sono in gran parte degradate facendo “espellere” il copriferro, così da esporre sempre di più agli attacchi esterni il calcestruzzo armato. Accanto non poteva mancare una piccola discarica di rifiuti di varia tipologia su cui svolazza allegramente uno sciame di ape.
Il tetto della chiesetta – conclude Crea – sembrerebbe essere stato realizzato di recente. Lo stato dell’arte fa legittimamente ritenere che tali interventi siano stati eseguiti senza autorizzazioni e senza la direzione dei lavori di un tecnico competente e a mio avviso gli stessi non possono essere stati suscettibili di collaudo e di dichiarazione di agibilità. E’ possibile che tutto questo grave degrado e potenziale pericolo per la salute e l’incolumità delle persone passi inosservato agli occhi delle Istituzioni e non solo?. Visto che la chiesa è aperta se qualcuno si fa male chi ne risponde? Il paese di Motta San Giovanni abbonda di chiese e non è concepibile che la frazione di Cambareri non abbia un fabbricato da poter adibire a luogo di culto, la chiesa più vicina è distante circa quattro chilometri”.
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