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“Più contrattazione, meno tasse, zero sprechi”.Questo lo slogan della giornata di sciopero generale del pubblico impiego proclamata dalla UIL per il prossimo 28 ottobre a Roma. L’obiettivo centrale dello sciopero è il piano di rilancio per una amministrazione forte, garante dei diritti e realizzata con la partecipazione dei pubblici dipendenti, ai quali deve essere riconosciuto il valore del proprio lavoro.
Le recenti manovre economiche hanno avuto una pesante ricaduta sul lavoro dipendente e in particolare su quello pubblico che oggi rappresenta il settore più penalizzato: sui dipendenti si stanno concentrando gli interventi più restrittivi, che si sommano al blocco dei CCNL e della contrattazione integrativa, agli effetti negativi della “riforma Brunetta” oltreché ad una campagna mediatica di denigrazione in atto da anni.
La UIL e, in particolare, la UIL FPL, ritengono non sopportabile una politica di soli tagli che deprime la Pubblica Amministrazione e mortifica il lavoro pubblico, danneggiando dipendenti, cittadini e istituzioni locali e compromettendo il futuro dell’intero sistema-Paese.
Lo Sciopero Generale del 28 Ottobre p.v. vuole imporre di affrontare i temi della riforma della P.A. e del pubblico impiego con un complessivo piano di rilancio che, passando attraverso un percorso di riqualificazione e razionalizzazione, realizzi la valorizzazione del lavoro e delle professionalità interne alle Amministrazioni, il miglioramento della qualità dell’azione pubblica, la rimozione degli ostacoli che impediscono lo svolgimento della contrattazione.
E’ un sacrificio, di questi tempi, la giornata di sciopero che viene chiesta ai lavoratori di Regioni, Enti Locali, Sanità pubblica e delle Strutture sociali e sanitarie che applicano il contratto pubblico, ma lo sforzo di adesione collettivo è motivato dal fatto di dover dire “BASTA!” alla strategia di smembramento dei servizi pubblici e alla campagna di criminalizzazione dei pubblici dipendenti.
Per questo motivo, la piattaforma rivendicativa della UIL, annovera fra i suoi 10 punti: il rilancio della contrattazione integrativa, leva indispensabile per la gestione delle risorse umane e per il miglioramento e l’efficienza delle amministrazioni pubbliche.
E’ a livello decentrato che si possono collegare più efficacemente le gestioni virtuose ed i conseguenti recuperi di risorse con l’aumento della produttività, il riconoscimento della professionalità e del merito, il miglioramento della qualità dei servizi; meno tasse per il lavoro pubblico, in un sistema di tassazione che pesa in modo sproporzionato sul lavoro pubblico è ancora più discriminante ed ingiustificato che lavoratori del pubblico impiego, già pesantemente colpiti dal blocco dei rinnovi contrattuali, siano esclusi dal beneficio della tassazione ridotta su tutte le voci retributive collegate a produttività, efficienza, innovazione; la soluzione al problema del precariato, il blocco del turn over in atto da tempo nelle amministrazioni pubbliche ha favorito il diffondersi di un consistente fenomeno di lavoro precario,mentre è necessario garantire una continuità dei rapporti in essere che permetta di risolvere le condizioni di precarietà dei lavoratori e di accrescere la qualità ed il livello dei servizi, attivando procedure di stabilizzazione, l’utilizzo di graduatorie già esistenti e/o di nuove selezioni pubbliche; la riduzione dei costi di politica e burocrazia e azzeramento degli sprechi e razionalizzazione della spesa pubblica perché e risanare i conti pubblici senza mettere a repentaglio i servizi e le retribuzioni dei pubblici dipendenti bisogna incidere sulla gestione irresponsabile della spesa pubblica da parte dei governi centrali e locali.
Per queste ragioni invitiamo non solo i lavoratori del comparto, ma anche gli amministratori locali ed i cittadini tutti ad aderire e sostenere la vertenza del pubblico impiego per il rilancio della pubblica amministrazione, per migliorare i servizi, garantire i diritti di cittadinanza e tutelare il valore del lavoro pubblico.
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