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«Il decesso di Simona Riso non può restare un mistero né essere impunito. Sia fatta subito giustizia». Lo afferma Dalila Nesci, deputata calabrese M5S, a proposito della morte, a Roma, della ventottenne originaria di San Calogero (Vibo Valentia). «Ci sono troppe cose che non tornano», ha affermato la deputata, che, come già anticipato sabato scorso, oggi ha presentato un’interrogazione ai ministri della Giustizia, dell’Interno, della Difesa e della Salute, con l’obiettivo – è scritto nell’atto parlamentare – di ottenere «al più presto giustizia, così contribuendo ad alleviare il dolore della famiglia, accertando le cause del decesso della ragazza e punendo eventuali responsabili».
«Per quanto si evince dalle cronache – afferma la parlamentare Cinque Stelle – potrebbe essersi trattato di un omicidio volontario. Gli inquirenti, in cui confido, svolgeranno con attenzione le indagini. Ciononostante, occorre che la famiglia di Simona sia tutelata in pieno, perché gli elementi emersi fanno pensare che vi sia un omicida in giro. Le istituzioni hanno il dovere, soprattutto in vicende così tragiche, di portare alla luce la verità».
Nesci conclude: «Ho sentito il bisogno di intervenire immediatamente. Simona era una giovane della mia età e, tra l’altro, calabrese come me. Fuori della retorica, la Calabria è troppo spesso trascurata e messa ai margini, salvo che non vi siano sanguinosi fatti di ‘ndrangheta. Qui siamo davanti a un caso inspiegabile, che, toccando una donna lavoratrice, merita la partecipazione di tutta l’Italia».
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