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Anche Montebello Jonico ha iniziato le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia grazie all’associazione culturale “Arghiropoulos”, che ha organizzato un convegno ed una serata di musica in piazza municipio a Montebello centro.
All’evento era presente Rosaria Surace, delegata per la Calabria dell’associazione nazionale “Mille donne per l’Italia”.
Dopo i saluti della presidente dell’associazione, Franca Evoli, hanno preso la parola i relatori del convegno che hanno attirato l’attenzione del pubblico presente su un tema di grande attualità.
Il professor Alberto Cafarelli, coordinatore per la Calabria per le manifestazioni del bicentenario della nascita di Garibaldi, che ha commentato il video da lui stesso realizzato all’interno della caserma Mezzacapo di Reggio Calabria.
Successivamente sono state esposte le due linee presenti nell’area intorno a Montebello nel 1860, quella filo – borbonica da Giovanni Crea e quella filo-piemontese dal professore Luigi Sclapari.
Crea, dopo aver esposto come l’Unita d’Italia non fu raggiunta per amor di patria, ma per gli interessi di espansione dei Savoia e per quelli dell’Inghilterra che voleva liberarsi dello stato borbonico, uno dei più sviluppati d’Europa del tempo, ha accentrato la sua relazione sulla figura di Garibaldi, un mito popolare amato dalle masse per la sua idea universale di libertà e di giustizia sociale, e perché lontano da ogni interesse di potere.
Ha poi messo a conoscenza del pubblico la battaglia tra garibaldini e borboni, avvenuta a Fossato Jonico dopo la sbarco di Garibaldi del 1860, dove la truppe delle camicie rosse, comandate dalla passionaria Marianna Pansera, hanno avuto la meglio sulle forze del guardaboschi e sulla spia borbonica Giovanni Gullì, costretto a fuggire.
Lo storico Luigi Sclapari ha relazionato sullo sbarco dei Mille in contrada Rumbolo il 19 agosto del 1860, continuando con i motivi delle adesioni alla causa unitaria dei comuni di San Lorenzo, Melito e Montebello Jonico.
Se per San Lorenzo vi è stata una adesione ufficiale compiuta dal sindaco Bruno Rossi, con delibera del consiglio comunale del 17 agosto 1860 (primo comune che ha dichiarato decaduta la dinastia borbonica), per Melito, assente durante lo sbarco il sindaco che si trovava a Reggio, l’adesione alla causa garibaldina fu decretata dal pretore Marco Centola per dare continuità allo Stato, sia che esso si chiamasse “Regno di Sardegna” o “Regno delle due Sicilie”.
Per quanto riguarda il comune di Montebello, il sindaco Giuseppe Mazzacuva aderì al regno filo-unitario mediante degli atti che riguardano la costituzione della Guardia Nazionale per la difesa dell’ordine costituzionale liberale, formata da circa 200 persone con la nomina dei capi plotoni e del capo compagnia, compiuti tra giugno e agosto del 1860, prima dello sbarco di contrada Rumbolo.
Il prof. Sclapari conclude parlando del bombardamento della Casina Ramirez, quartier generale di Garibaldi, da parte della nave borbonica “Fulminante”, compiuto subito dopo lo sbarco a Melito. L’eroe dei due mondi si rifugiò in contrada Caracciolino, comune di Montebello, e precisamente nella casina Alati. Qui si rifocillò e si riposò insieme al suo stato maggiore.
Sclapari ha messo a conoscenza del pubblico come, negli anni ’30, in una delibera del consiglio comunale, il sindaco montebellese dell’epoca Filippo Pugliatti dichiarò che nella casina Alati aveva trovato rifugio il Generale, chiedendo al consiglio comunale di fissare una stele che ricordasse l’evento.
Proposta rinnovata dal prof. Sclapari al sindaco di Montebello in carica, Antonino Guarna, con la stesura del testo da inserire sulla stele. Proposta, purtroppo, ancora rimasta inevasa.
La serata si è conclusa con il concerto del tenore Paolo Federico, all’interno del quale è stata proposta per la prima volta la toccante canzone “Ballata per un prete”, parole di Franca Evoli e musiche di Paolo Federico, dedicata al sacerdote di Montebello Don Pietro Polimeni, prematuramente scomparso qualche anno fa.
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