Questo post é stato letto 20630 volte!
“Noi ci siamo in questa partita per dare un futuro all’intera area. – ha dichiarato Luca Poggiali, project Manager del progetto Sei – Il progetto è stato progettato male sin dall’inizio. Servirebbero 50 milioni per recuperarlo; una cifra sostanziale che la nostra società metterebbe a disposizione. Il nostro progetto è stato pensato per il territorio ed il porto è il simbolo e l’elemento centrale del nostro investimento. La centrale senza porto non può operare. Il porto verrebbe interamente rifatto”.
Ricco il parter nell’incontro che si é tenuto questa sera nei locali di via del Fortino a Melito Porto Salvo dove si è registrata la prima uscita in assoluto, ed in pubblico, di esponenti della società svizzera Sei sul territorio grecanico. Al centro del dibattito la riqualificazione del porto di Saline Joniche, da molti anni abbandonato a se stesso.
All’incontro hanno partecipato l’assessore regionale Antonio Caridi, il presidente della provincia di Reggio Calabria Raffa ed il vicepresidente Verduci, l’ex presidente della provincia Costantino, i sindaci dei comuni di Melito Porto Salvo, Montebello Jonico e Roghudi, ed alcuni esponenti della Sei, la società che vorrebbe costruire una centrale a carbone a Saline Joniche.
Tra gli interventi é spiccato quello del presidente della provincia Giuseppe Raffa, che ha sottolineato il fatto che “oggi sono presente qui nonostante non fossi stato invitato. Nell’immediato c’è un progetto di 500 mila euro da parte della provincia”, mentre l’assessore regionale Caridi ha avanzato la proposta, accettata da tutti, di “sedersi ad un tavolo e studiare un piano di rilancio del territorio al quale devono partecipare tecnici ed associazioni”.
All’incontro era presente anche Franco D’Acquaro, consulente Sei.
Questo post é stato letto 20630 volte!