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di Francesco Iriti
“No al carbone, Si allo sviluppo”. Si riassume in questo slogan l’importante incontro che si è tenuto nella serata di ieri a Saline Joniche. L’evento, organizzato dal Coordinamento delle Associazioni “No al carbone” ha visto la partecipazione di molte persone richiamate all’appuntamento dal tram tram generale e dalle notizie diramate tramite i social network ed i media. Dopo un po di tempo si è tornati a parlare del rischio della centrale a carbone anche nel territorio dove dovrebbe sorgere il progetto avanzato dalla società svizzera Sei. La riunione si è tenuta presso il bar “Tourist” ed ha visto l’apertura dei lavori portata avanti da Federico Curatola, uno dei fautori dell’incontro. Al suo fianco Nuccio Barillà, responsabile di Legambiente che ha moderato i vari interventi che si sono tenuti. “Questo incontro è stato indetto per ribadire ancora una volta il No al centrale al carbone. Bisogna battersi contro la paventata ipotesi – ha affermato Curatola – di un pericolo che nuocerebbe soltanto alla salute dei cittadini dell’intero comprensorio”. “L’aspetto che deve trapelare – ha affermato Barillà- è che non siamo per uno sviluppo dell’intera area che porti soltanto benefici al territorio. Molti saranno gli appuntamenti che verranno fatti a breve e tra questi un incontro con il coordinamento dei sindaci ed un sit-in il 17 febbraio in occasione dell’anniversario della firma del protocollo di Kyoto. In tale occasione inviteremo rappresentanti di tutte le realtà italiane dove sono state costruite, o devono essere fatte, delle centrali di tal genere”. Il consigliere provinciale Omar Minniti ha ribadito l’opposizione “ad ogni forma di insediamento industriale che prevede l’utilizzo di combustibili e che possa essere nocivo alla saluta pubblica”. Minniti ha posto la paura che “all’interno degli enti locali esistono dei cavalli di Troia che stanno lavorando a favore del progetto della Sei”.
Il capogruppo di Rifondazione comunista Nino De Gaetano ha posto l’accento sull’”evitare la costruzione di una situazione del genere soprattutto in un’area come quella grecanica dove esiste uno dei livelli più alti di povertà. Bisogna spiegare alla popolazione il reale problema per mobilitarsi contro un altro pericolo di aumento dei tumori”.
Preoccupato anche l’assessore regionale Michelangelo Tripodi che ha ribadito la scelta avanzata dalla Regione Calabria “ che ha rifiutato il carbone come fonte di energia rinnovabile. E’ anche strano che è stata creata una legge ad hoc per superare il problema e che va a favore della centrale.”
Pungente, come sempre Loris Maria Nisi, ex sindaco di Montebello Jonico, ed attuale membro dell’opposizione che si è scagliato “contro il calo di tensione che si è avuto da più parti. La stessa Regione deve impegnarsi a livello giuridico per evitare che entro il 2012 si assista all’arrivo del carbone”.
Pino Bova, invece, si è rivolto “in particolar modo alle associazioni e di tutta la popolazione affiche si intervenga fattivamente per bloccare questo progetto”.
Durante la serata si sono registrati anche altri interventi da parte del pubblico mentre in sala è stato letto un documento inviato da Silvio Greco, assessore regionale all’ambiente nella quale si è evidenziata la questione dell’incontro di Roma dove sono scaturiti aspetti emblematici. Da segnalare l’assenza della maggioranza del comune di Montebello Jonico guidata dal sindaco Guarna.
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