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di Francesco Iriti
I consiglieri comunali Giovanni Foti e Loris Maria Nisi si scagliano contro l’articolo 2 del regolamento dell’utilizzo dei veicoli comunali di Montebello Jonico. L’interrogazione mossa dall’opposizione apre nuovi scenari sulla situazione politica del paese che trova riscontro all’interno della «delibera della Giunta Municipale n.76 del 20.10.11 dove all’articolo 2, sotto il titolo “autovetture di rappresentanza”, si dispone che l’autovettura di rappresentanza assegnata al sindaco possa essere utilizzata, oltre che per l’esercizio di funzioni istituzionali inerenti lo svolgimento del mandato istituzionale, anche per gli spostamenti dalla dimora abituale (del sindaco) alla sede Municipale, alle sedi delle delegazioni municipali o ad altri luoghi e viceversa, al fine dichiarato di assicurare tempestivamente la presenza per fini connessi alla carica di Sindaco».
Una situazione incresciosa quella che è stata evidenziata dai due consiglieri comunali che sottolineano, altresì, come “il detto articolo appare illegittimo poiché potrebbe permettere un utilizzo improprio (ad esempio per fini personali) del mezzo da parte del capo dell’Amministrazione, tra l’altro difficilmente accertabile, essendosi prevista l’impossibilità di controlli o autorizzazioni”.
Nella delibera “incrimata”, inoltre, è riportato come «l’utilizzo dell’autovettura di rappresentanza è consentito anche agli assessori ed ai consiglieri comunali per le funzioni inerenti allo svolgimento del loro mandato, soltanto previa autorizzazione scritta del sindaco».
Dopo un periodo di stasi, riprende, quindi, la disputa tra i due schieramenti politici in seno al consiglio comunale montebellese. Foti e Nisi, infatti, ribadiscono come «la disposizione rappresenterebbe la formalizzazione di un mal costume che, ad avviso degli scriventi, deve, invece, essere bandito, rappresentando, tra l’altro, anche un possibile fringe benefit, che andrebbe ad aggiungersi all’indennità sindacale, omnicomprensiva e predeterminata per legge».
«La norma, ad avviso degli scriventi, si pone anche in contrasto con la normativa vigente, – continuano i due consiglieri – tesa alla riduzione delle spese, ed in particolare con il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 3.8.11, attuativo dell’art. 2, comma 4 della legge 111/2011. La dichiarazione di illegittimità è dimostrativa della circostanza che il legislatore tenta di ridurre i costi della Pubblica Amministrazione, nel mentre la norma inserita nel regolamento si rivolge in direzione opposta, specialmente per un piccolo comune che, fino al 2011 – aggiungono l’ex sindaco e il consigliere – non ha mai avuto un’autovettura di rappresentanza, sulla quale manca tra l’altro ogni segno distintivo o di riconoscimento e che viene identificata, da gran parte della popolazione come la “macchina del sindaco”».
Nisi e Foti non si limitano naturalmente soltanto a mettere in risalto il problema ma si rivolgono al primo cittadino Guarna «invitando a voler richiedere alla Giunta Municipale di revocare l’adottato regolamento ed, in qualunque caso, di voler procedere alla modifica dell’art. 2, eliminando l’inciso relativo agli spostamenti dalla propria dimora abituale, nonché ogni discrezionalità riservata al sindaco per quanto concerne l’utilizzo del mezzo, introducendo forme di controllo e di autorizzazione».
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