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di Francesco Iriti
“Bicentenario del comune: 1811-2011 a Montebello Jonico”. E’ stata una giornata intensa quella tenutasi lunedì nel comune montebellese in occasione dei festeggiamenti per un evento importante per l’intero territorio. La banda musicale ha dato il via all’evento percorrendo le vie del paese mentre la cavalcata garibaldina ha rappresentato un’altra tappa importante in questa giornata.
Partecipata la santa messa mentre a seguire è stata inaugurata una stele per ricordare questo momento storico che ha segnato la storia del comune. C’era grande attesa, inoltre, sulla tavola rotonda prevista nel pomeriggio resa possibile, come tutto il resto della giornata, grazie all’impegno ed all’organizzazione portati avanti dal comitato per le celebrazioni formato da A.Zema e dalle associazioni culturali.
Molti gli interventi che si sono susseguiti durante la serata dove non sono mancate delle defezioni importanti rispetto alle personalità previste nella scaletta. Tra le autorità erano presenti Pasquale Tripodi ed il sindaco di Montebello Jonico Antonio Guarna mentre tra i relatori Sclapari, Arillotta e Minuto. Si aspettava anche la presenza di miss Italia che, purtroppo, non si registrata.
Il Vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, On. Alessandro Nicolò, non presente all’evento, ha voluto inviare una nota nella quale “ha dichiarato come si tratti di una pagina impregnata di nobili radici e di storia gloriosa: la tavola rotonda che rivive i 200 anni della fondazione di Montebello Jonico vuole andare oltre il momento puramente celebrativo e rappresentare, nello spirito partecipativo e costruttivo, un momento di riflessione su aspetti significativi della nostra storia alla quale la Calabria ha dato un contributo fattivo.
Un anniversario nell’anniversario, che diventa uno spunto prezioso per riscoprire il contributo di Montebello, – ha aggiunto Nicolò – nel decennio francese e nel Regno Borbonico e celebrare contestualmente il processo di unificazione, nonché il famoso decreto datato 4 maggio 1811 emesso a Parigi a firma di Gioacchino Murat, Re di Napoli”.
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