Monasterace, scritte minatorie contro Commissario: denunciato giovane

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I Carabinieri della locale Stazione con il supporto dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Roccella Jonica, al termine di alcuni mesi d’indagini, hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Locri uno studente 19enne di Monasterace, ritenuto essere l’autore delle scritte dal contenuto minaccioso rinvenute tra settembre e dicembre a Monasterace, contro l’allora Commissario Prefettizio, Dott.ssa Marialuisa Tripodi e contro i Carabinieri, in particolare il Comandante ed il Sottordine di quella Stazione, nonché del lancio di pietre contro autovetture dei Carabinieri.

I FATTI

Tutto ha inizio l’8 settembre 2013, con il rinvenimento di scritte realizzate con una bomboletta spray, lungo un muretto di contenimento della strada che collega Monasterace Marina a Monasterace Centro, indirizzate contro il Commissario Prefettizio, con lo scopo di farlo desistere dall’intento di spostare temporaneamente gli uffici comunali in una struttura più idonea dal punto di vista infrastrutturale, considerato le note problematiche di quel Municipio. Scritte dello stesso tenore venivano realizzate a breve distanza di tempo; infatti dopo solo due giorni comparivano nuovamente nei dintorni di Monasterace superiore, sempre contro il Commissario Prefettizio.

Nei mesi di novembre e dicembre 2013 si susseguono diversi episodi contro i Carabinieri. In due occasioni, durante la notte, viene colpita l’autovettura di servizio dei militari del 2° plotone della Compagnia Speciale di Vibo Valentia di stanza in Roccella Jonica, in servizio perlustrativo in quel territorio, a supporto della locale Stazione. In entrambi i casi i Carabinieri rimangono illesi, ma vengono procurati seppur leggeri danni all’autovettura di servizio.

Sempre nello stesso periodo, nella zona di Monasterace centro, vengono realizzate diverse scritte, in diverse occasioni, dal contenuto minaccioso, contro il Comandante, il Sottordine ed i Carabinieri della Stazione di Monasterace Marina. Il grafomane, non pago di colpire i Carabinieri, in un’occasione prende di mira anche i familiari dei due Marescialli.

Fin da settembre, però, si sono mobilitati i Carabinieri, impegnandosi ad individuare l’autore o gli autori delle scritte e del lancio delle pietre. È stata pertanto condotta un’attenta ed approfondita attività info-investigativa che, in maniera sinergica, ha coinvolto non solo la Stazione di Monasterace, ma l’intera Compagnia di Roccella Jonica e finanche il Gruppo Locri. Si susseguono quindi approfondite operazioni di controllo del territorio, con perquisizioni “a tappeto” che, insieme agli elementi informativi raccolti, nel susseguirsi delle settimane, restringono il cerchio dei sospettati. Tutte le attività vengono sviluppate con l’avvallo della Procura della Repubblica di Locri, che ha sempre seguito con molta attenzione tutti gli sviluppi dell’indagine.

Nell’ambito dell’attività investigativa, addirittura durante un controllo dei sospettati, dopo attenta perquisizione, è stata rinvenuta, ben occultata nell’abitacolo dell’auto su cui viaggiavano, una bottiglietta piena di liquido infiammabile, che, dalle risultanze investigative, doveva essere utilizzata per un ulteriore atto intimidatorio ai danni dei Carabinieri.

Gli elementi raccolti hanno però portato gli investigatori dell’Arma a ritenere sempre più evidente ciò che in realtà appariva loro fin dall’inizio, cioè che a compiere quegli atti fosse stata una persona sola e non un gruppo.
La svolta si è avuta all’antivigilia di Natale, in occasione del secondo “lancio” di una pietra contro una vettura dei Carabinieri che, questa volta, riescono a fermare il giovane subito dopo aver compiuto il gesto. Vengono sentite diverse persone di Monasterace Centro che, pur estranei alla vicenda, tra una contraddizione e una chiamata in correità, poi confutata, forniscono elementi utili a riunire i dati raccolti e a indirizzarli inequivocabilmente verso il prevenuto. Così, dopo l’ennesima notte di serrati interrogatori, che ha visto protagonisti diversi giovani del posto, il 19enne è crollato e, assistito dal legale di famiglia, ha confessato di essere il responsabile di tutti gli episodi criminosi in argomento.

Sulla base degli elementi forniti dall’Arma, la Procura della Repubblica di Locri ha pertanto iscritto il giovane nel registro degli indagati per tutti i reati indicati in premessa, tra cui la calunnia, poiché egli stesso, durante quei mesi, ha più volte tentato di sviare le indagini, indirizzandole verso altri membri di quella comunità, tra cui alcuni di quelli che “erano” i suoi amici.

Da ultimo, è bene evidenziare come però – sin da subito – i cittadini di Monasterace si siano stretti intorno all’Arma e alle Istituzioni in generale, con tante attestazioni di solidarietà nei confronti del Commissario Prefettizio e dei Carabinieri, sia singole, sia pubbliche, fornendo altresì concreta collaborazione.

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