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Non posso che esprimere un senso di delusione e amarezza per il provvedimento di rinvio a giudizio che è stato emesso nei miei confronti dal GUP del Tribunale di Catanzaro che considero profondamente ingiusto, anche perché nel procedimento connesso è stata presentata richiesta di archiviazione.
Continuo a ritenere di avere operato nell’interesse della regione quando ho contribuito, per quanto mi riguardava, alla nomina fiduciaria, deliberata dalla Giunta Regionale, dell’arch. Rosaria Amantea come Dirigente Generale del Dipartimento Urbanistica della Regione Calabria e di aver agito nella piena legalità, non avendo commesso alcuna irregolarità, né formale né sostanziale, e mantenendo sempre un comportamento limpido ed ineccepibile.
Ribadisco, quindi, senza rinnegare nulla, che ho partecipato alla scelta, disinteressata e di forte rottura, di una giovane professionista calabrese di elevata qualità e spessore che, a scanso di qualsiasi equivoco, aveva tutti i titoli previsti dalla legge per ricoprire l’incarico di Dirigente Generale.
Incarico che, peraltro, è stato svolto in maniera brillante e con apprezzamenti generali sia in Calabria che in Italia, considerato il ruolo di Coordinamento nazionale delle politiche del paesaggio nella Conferenza Stato-Regioni che la regione ha avuto nella scorsa legislatura.
In questo senso, voglio ricordare che l’arch. Amantea ha dato un importante contributo e un forte impulso alla nuova stagione dell’urbanistica che la Calabria ha conosciuto e che, purtroppo, con l’avvento di Scopelliti e dei suoi sodali è stata messa volutamente tra parentesi o, peggio ancora, archiviata.
I risultati straordinari raggiunti nella precedente legislatura dall’urbanistica in Calabria rimangono incancellabili ed hanno riscosso vastissimi riconoscimenti: essi sono stati possibili grazie a persone, come l’arch. Rosaria Amantea, che con competenza, professionalità e spirito di servizio hanno offerto un contributo prezioso per realizzare una nuova politica urbanistica e di governo del territorio contro gli interessi della speculazione e dell’abusivismo e i pesanti intrecci affaristico- mafiosi che si annidano nel settore.
In piena coscienza, quindi, sono assolutamente convinto che l’ipotesi di abuso di ufficio che mi è stata contestata è assolutamente destituita di qualsiasi fondamento.
Ho, pertanto, piena fiducia nella Magistratura e sono certo che nel dibattimento sarò in grado di chiarire tutti gli aspetti della vicenda e di dimostrare la completa inconsistenza dell’accusa che mi è stata rivolta.
Ai penosi garantisti di maniera del PdL, subissati negli anni da processi e procedimenti penali riguardanti fatti gravissimi, che richiedono un’autentica risposta di giustizia, tengo a dire, senza infingimenti, che l’occasione fa l’uomo ladro e, pertanto, la voracità con la quale hanno strumentalizzato la notizia del provvedimento del GUP di Catanzaro esula di gran lunga dalle loro ipocrite professioni di liberalismo che interpretano ad usum delfini.
Il rinvio a giudizio, come tutti sanno, non è sentenza di condanna e vi sono casi e casi: il mio, come dimostrerò, è un caso di limpida correttezza nell’amministrazione pubblica. Anche chi vuole fare di tutte le erbe un fascio deve avere le carte in regola per parlare.
Segue nota dell’avvocato Nunzio Raimondi:
“Apprendo dal mio Cliente, On.le Michelangelo Tripodi, che la Stampa locale riporta quest’oggi, con grande enfasi, la notizia che il Giudice dell’Udienza Preliminare presso il Tribunale Ordinario di Catanzaro, Presidente Reillo, ha ritenuto di trattare il procedimento penale nei confronti del predetto On.le Tripodi all’udienza del 2 u.s. e ciò anche in assenza del sottoscritto difensore di fiducia il quale, sempre presente nel procedimento, ieri è rimasto impedito dal presenziare all’udienza stessa da un evento imprevedibile senza che di tale improvviso impedimento, potesse, peraltro, dare immediata notizia al Giudice procedente.
A fronte di tale forzata assenza (del resto tutti sanno che in oltre venticinque anni di professione non mi sono mai assentato da un processo senza informarne subito il Giudice…) si è ritenuto di procedere comunque, nominando un difensore d’ufficio.
Questa mancanza di sensibilità, pur nel rigore ineccepibile della procedura (summum jus, summa iniuria), a mio modo di vedere, in
considerazione della non imminente prescrizione del supposto reato e delle ampie giustificazioni rese dal Tripodi con l’interrogatorio
dinanzi al P.M. e, sopratutto, in considerazione del fatto che l’indagato non poteva contare che sul sottoscritto difensore per far valere le proprie ragioni di fronte al Giudice, poteva senz’altro essere evitata.
Se poi a ciò si aggiunge che nel coevo procedimento dinanzi ad altro G.U.P. di Catanzaro, siccome riportano i giornali di oggi, è effettivamente fissata per il 19 luglio prossimo la decisione su una richiesta di archiviazione per la medesima vicenda che vede, fra
gli altri indagati, anche il mio Cliente, non si riesce a comprendere la ragione di un tale affrettato pronunciamento nella assenza, lo si
ripete, del difensore d fiducia.
A tal riguardo giova ricordare che proprio la persona offesa in entrambi i procedimenti, nel corso dell’ultima udienza del procedimento in cui è stata richiesta l’archiviazione ha reso ampie dichiarazioni (sulle quali per rispetto alla segretezza non posso riferire) a chiarimento anche della posizione dell’On. Tripodi, senz’altro decisive anche nel presente procedimento per dimostrare la
assoluta estraneità del mio Cliente all’assunzione di interessi nella procedura di nomina in questione.
Da ultimo elevo ferma e vibrata protesta, a nome del mio Rappresentato, per l’enorme clamore mediatico che ha caratterizzato il presente procedimento che, lo ricordo, pur svolgendosi in camera di consiglio, è finito sulle Agenzie di Stampa appena poche ore dopo (intorno alle h.14,00) la sua celebrazione.
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