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Giustizia è fatta. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Paola Colombini, Aldo De Caridi e Paolo Romeo nell’interesse degli operatori ortofrutticoli della città di Reggio Calabria che si erano visti recapitare nel mese di settembre un’ordinanza di sgombero, da parte dell’amministrazione comunale, dei magazzini di via Mortara dove sin dal novembre 2011 si erano trasferiti lasciando la fatiscente struttura di via Aspromonte.
Un atto che non era piaciuto agli operatori commerciali i quali, tra lo stupore generale, denunciavano l’interruzione di un pubblico servizio e gli effetti di tale provvedimento: il blocco delle attività degli operatori commerciali all’ingrosso con centinaia di nuclei familiari che venivano privati di un reddito; la mancata fornitura di frutta e verdura veicolata attraverso il mercato che rappresenta il 50% del fabbisogno locale; l’interruzione di flussi commerciali che avrebbero trovato altri canali a danno irreversibile del sistema commerciale cittadino; una inevitabile lievitazione dei costi dei prodotti agroalimentari a discapito dei consumatori; un danno ai piccoli e grossi produttori agricoli locali che si vedono improvvisamente negata la commercializzazione dei loro prodotti; un inaspettato vantaggio alla grande distribuzione organizzata che assorbirà e sostituirà i tradizionali equilibri di distribuzione dei prodotti ortofrutticoli.
Oggi, con l’approvazione del ricorso si restituisce al comparto ortofrutta della Città dello Stretto una situazione di “normalità”, si mette fine all’allarme provocato da una decisione che sembra poggiare su basi fragili. Infatti come si legge nell’ordinanza, per il complesso di via Mortara rimane essenzialmente da completare il collegamento della rete fognante già realizzata, la raccolta delle acque di pioggia, alcune parti delle reti antincendio ed elettrica, nonché alcune parti di pavimentazione.
Tutte circostanze che non ostacolano di per sé la prosecuzione dell’uso dei locali, un passaggio significativo, che difatti sconfessa la natura del provvedimento adottato da parte della commissione straordinaria di Reggio Calabria. Nella sentenza viene stigmatizzata la “indubbia carenza organizzativa del Comune” che richiede l’accertamento di responsabilità di tipo amministrativo, legate alla conduzione dei lavori ed alle modalità concrete con le quali è avvenuto il trasferimento degli operatori dal vecchio mercato ed anche la mancata ricerca di una soluzione alternativa per la necessità di assicurare l’attività dei Mercati generali.
Sempre nell’ordinanza viene specificato che lo sgombero va sospeso fino alla data del 30 giugno 2014, termine entro il quale l’Ente dovrà assicurare una collocazione alternativa, anche temporanea, in vista del completamento del Mercato. Sino a tale data è responsabilità del Comune e del Funzionario Delegato l’adozione di misure urgenti di tipo tecnico che siano necessarie ad assicurare la sicurezza delle strutture, con specifico riferimento al servizio idrico, all’impianto antincendio, ed altri inconvenienti che dovessero sussistere.
Ed ancora resta sempre a carico del delegato il completamento degli interventi ed il collaudo della struttura. Viene anche sollecitato il competente ufficio del Comune a porre in essere le attività amministrative necessarie ad accertare, tra gli operatori commerciali che in atto occupano il Mercato di Mortara, il possesso dei requisiti per l’assegnazione dei locali per l’esercizio dell’attività, allo scopo di individuare i soggetti legittimati a transitare nelle strutture che comunque dovranno essere approntate per la prosecuzione del mercato stesso ( e ciò valorizzando il rinnovo dei precedenti titoli di assegnazione dei locali di via Aspromonte , oppure mediante le necessarie procedure di evidenza pubblica da disporsi secondo il vigente regolamento, o secondo quanto risulterà comunque necessario all’accertamento postumo delle condizioni di assegnazione dei locali).
Dunque, la palla passa al comune di Reggio Calabria che avrà sei mesi di tempo per chiudere una vicenda che per troppo tempo ha precluso qualsiasi attività di programmazione contribuendo ad aggravare gli effetti di una crisi del comparto che necessità interventi urgenti.
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