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di Francesco Iriti
“Ancora una volta, nonostante e malgrado il pesante deficit ed il Piano di Rientro che attanagliano la Sanità calabrese, registriamo che, forse per l’approssimarsi delle vicende elettorali, i soliti ig-noti per il mondo della sanità calabrese esternano alchimie e ricette per la soluzione dei problemi, dopo anni di oscuro e taciturno silenzio”.
Il segretario provinciale della CISL FP di Reggio Calabria, Rosario Portulesi, il segretario generale Domenico Serranò ed il segretario aziendale ASP-RC, Francesco Politanò, ritornano sulla vicenda del “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, negli ultimi mesi al centro di varie polemiche e di altrettante proposte di rilancio che ci portano a “restare quanto meno perplessi leggendo notizie di cronaca che rivendicano un atto di annessione spontanea ad un’azienda piuttosto che un’altra”.
Nei giorni scorsi il sindaco di Melito Iaria aveva reso nota la richiesta avanzata ai vertici regionali di “accorpamento” del nosocomio melitese con quello reggino. “A nostro modesto parere, la composita situazione oro-geografica della nostra provincia non può prescindere dalla presenza di un presidio quale quello di Melito che copre e convoglia le risposte ai bisogni di salute ospedalieri dell’area grecanica, – dichiarano i tre segretari – tant’è che il pur pesante e restrittivo Piano di Rientro, prevede ed individua tra l’altro, al di là della presenza dei due ospedali spoke, Melito quale ospedale generale con le specialità previste”.
Portulesi, Serrano e Politanò aggiungono che la sua collocazione deve essere all’interno dell’azienda sanitaria e non al di fuori di essa. Per quanto attiene l’integrazione auspicata con un ospedale di riferimento non può che essere con il Melacrino-Morelli che rappresenta il riferimento ospedaliero non solo per Melito, ma per tutti gli ospedali della provincia essendo l’unico Hub”.
“L’invito che si sentiamo di fare a tutte le istituzioni e forze sociali è che sempre, ognuno per la parte di propria competenza e nel rispetto dei ruoli, siano presenti e vigili al mondo della sanità; nella consapevolezza che la necessità impellente, urgente e inderogabile è quella di dare corso all’applicazione e messa in atto del Piano di Rientro – conclude la nota – che possa consentire entro brevissimo periodo la possibilità di investimento e di progettazione su quella che deve essere la sanità del futuro per dare una sanità degna di questo nome nel rispetto del dettato costituzionale a tutte le aree geografiche prima individuate”.
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