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di Francesco Iriti
“È ormai trascorso un mese da quando ho dato alla luce la mia seconda figlia, ed è a questo punto che mi corre l’obbligo di ringraziare il dott. Pasquale Baccellieri primario del reparto ginecologia ed ostetricia dell’ ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo ed il suo staff, per le cure prestatemi”.
Lucrezia Romeo, ex assessore del comune di Melito Porto Salvo racconta la sua storia personale vissuta durante la nascita della sua secondo genita. “In preda alle doglie nel pieno della notte, di quelle più fredde che questo inverno ci ha riservato, mi sono trovata in preda al panico, perché sentivo benissimo di non poter raggiungere assolutamente gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, in quanto avrei messo in grave pericolo la mia vita e quella di mia figlia, e nello stesso tempo perché sapevo che il punto nascita del mio paese è ormai un anno che è chiuso.
Avendo ormai da tempo superato la fase del parto in casa, pratica desueta che risale al tempo dei miei avi, mi sono recata lo stesso in ospedale e qui fortunatamente ho trovato tutto il personale del reparto di ostetricia pronto ad assistermi in quella situazione di assoluta emergenza, tranquillizzandomi e facendomi dare alla luce mia figlia, che ormai di aspettare non aveva più voglia”.
La Romeo si chiede se “questa scelta scelleratissima di voler a tutti i costi chiudere il punto nascita, perché non garantiva più la soglia minima di 500 parti anni abbiamo risanato il debito sanitario della Regione Calabria anche in virtù del fatto che Melito Porto Salvo è un comune di circa 15 mila abitanti, circondato da una vallata e zona montuosa ancora popolate, dove vivono coppie giovani e donne che si trovano spesso in gravidanza”.
La mamma bis sottolinea come “la situazione è davvero tragica, in quanto già è difficile raggiungere il nosocomio melitese, soprattutto d’inverno quando le cattive condizioni meteo, a volte rendono difficili i collegamenti, figuriamoci il tempo di percorrenza per Reggio Calabria, quando è possibile, se non addirittura Messina”.
Romeo evidenzia come “la chiusura del punto nascita di Melito ha portato al collasso del reparto di ostetricia e ginecologia di Reggio Calabria, per cui spesso si deve oltrepassare la sponda ed andare al di la dello stretto, dove io stessa avrei dovuto partorire se le condizioni di salute me lo avessero consentito, in quanto mi trovavo in cura presso il Policlinico Universitario di Messina. Ma così non è stato e se non avessi avuta adeguata assistenza presso il punto nascita melitese, ormai chiuso, avrei sicuramente messo a repentaglio la mia vita e quella ancor più importante di mia figlia”.
“Adesso che ci troviamo in piena campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, – continua la Romeo. Per questo rivolgo un appello a coloro i quali si accingono a ricoprire il ruolo importante di sindaco, di risollevare a livello regionale e nazionale la questione della chiusura del punto nascita, perché a mio avviso di notevole importanza per lo sviluppo di questo paese”.
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