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di Francesco Iriti
Presentato il ricorso al Tar per chiedere la sospensione del provvedimento di chiusura del punto nascita del “Tiberio Evoli”. Si tratta del passo successivo dell’iter che i vari sindaci dell’area grecanica hanno deciso di intraprendere da alcune settimane all’indomani della chiusura di questo importante servizio, su decreto regionale, a partire dal primo marzo.
I primi cittadini dell’hinterland grecanico chiedono a gran voce una revisione della decisione adottata dal commissario della sanità calabrese Giuseppe Scopelliti che non ha fatto altro che “creare ulteriori problemi alle gestanti del nostro territorio”.
Il ricorso al Tar era stato annunciato durante le manifestazioni pubbliche che si erano tenute a ridosso della decisione regionale e che aveva visto in prima linea le gestanti, definite delle vere e proprie “mamme coraggio” che hanno occupato simbolicamente il reparto di ostetricia-ginecologia. Alcune di loro hanno posto la firma sul documento presentato al Tar accanto a quelle dei primi cittadini che si sono dimostrati uniti in questa battaglia che è ancora sembra “ lontana dalla parola fine”.
Tanti i motivi portati avanti dai sindaci in merito alla chiusura del punto nascita che non “potevano limitarsi soltanto all’aspetto del tetto delle cinquecento nascite. Basarsi soltanto a questi numeri asettici risulta a nostro avviso insufficiente per spiegare i motivi di tale decisione”. I sindaci durante i vari incontri, molto partecipato quello tenutosi nei locali comunali melitesi, avevano avanzato gli altri parametri da seguire per far comprendere come la chiusura del punto nascita non faceva altro “che aumentare ulteriormente il debito sanitario andando a pesare ulteriormente sulle spese dei cittadini che già devono fare i conti con grandi problemi di viabilità”.
“Il ricorso al Tar segue la strada che avevamo prefissato già da tempo. Avevamo assunto questo impegno – ha dichiarato il sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria – con il territorio, con le gestanti e con la cittadinanza per difendere un diritto che è sacro santo e che deve permettere alle madri in dolce attesa di partorire a Melito senza affrontare i pericoli della statale 106 per giungere a Reggio dove non è sicuro che si trovi un posto letto”. Iaria, lascia aperta qualsiasi ipotesi sul futuro del punto nascita affermando che “non ci fermeremo sicuramente al ricorso al Tar, ma ci affidiamo molto di più al discorso politico-amministrativo”.
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